Economia

Prezzi produzione e importazione: aumento mensile, calo annuo

13 marzo 2025
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Segnali di aumento del rincaro sul fronte aziendale: in febbraio i prezzi alla produzione e all'importazione sono saliti dello 0,3% rispetto a gennaio. Su base annua si regista invece ancora una flessione - il 22esimo arretramento consecutivo - ma solo per un soffio: -0,1%.

Nel dettaglio, per quanto riguarda il dato sui soli prezzi alla produzione - che mostra l'evoluzione relativa ai prodotti indigeni - si è assistito rispettivamente a un incremento dello 0,3% mensile e dello 0,2% annuo, emerge dalle informazioni diffuse stamani dall'Ufficio federale di statistica (UST). Nel confronto con gennaio sono diventate più care soprattutto le materie prime farmaceutiche.

Il secondo sottoindice, quello dei prezzi all'importazione, presenta un'evoluzione meno uniforme: risulta in crescita il dato mensile (+0,3%), mentre in calo è quello in rapporto a febbraio 2024 (-0,8%). Si è dovuto pagare di più - nel paragone mensile - per i prodotti petroliferi, nonché fra l'altro per caffè, ortaggi e patate; prezzi in contrazione sono stati invece osservati per plastiche, specialità farmaceutiche e altri prodotti chimici, come pure per computer.

L'indice dei prezzi alla produzione e all'importazione è un indicatore congiunturale che riflette l'andamento dell'offerta e della domanda sui mercati dei beni, spiegava tempo fa l'UST. Il dato è considerato un parametro importante per capire lo sviluppo dei prezzi al consumo (cioè l'inflazione), poiché i costi di produzione sono normalmente trasferiti sui prodotti finali. Tuttavia mostra oscillazioni significativamente più marcate ed è molto più volatile a causa della forte dipendenza dalle materie prime.

Come si ricorderà in Svizzera l'inflazione si è attestata in febbraio allo 0,3%, ai minimi dall'aprile 2021, a fronte dello 0,4% registrato in gennaio: si tratta di un dato in linea con l'obiettivo di stabilità dei prezzi della Banca nazionale svizzera (BNS), che l'istituto identifica in una variazione annua compresa fra 0% e 2%.

I vari attori economici che pubblicano previsioni sul tema (a titolo d'esempio Seco, Ocse, KOF, Economiesuisse, UBS, Fondo monetario internazionale) pronosticano che nel 2025 il rincaro si attesterà a valori compresi fra lo 0,2% e l'1,0%; per quanto riguarda il 2026 le stime si muovono in una fascia fra lo 0,5% e l'1,0%. Nel 2024 l'inflazione si è attestata all'1,1%, il valore più basso del 2021, quando il rincaro era stato dello 0,6%. Nel 2022 i prezzi erano saliti del 2,8%, registrando l'incremento più forte dopo 30 anni, mentre nel 2023 l'aumento era stato del 2,1%.