Economia

Venerdì nero... ma oro per il ‘paga poi’

Sempre più persone, anche in Svizzera, adottano il modello chiamato ‘Buy now pay later’. Ma piovono anche le critiche

Venerdì nero
(Keystone)
26 novembre 2024
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Compra oggi, pagherai dopo: anche in vista del Black Friday sempre più persone adottano il modello chiamato "Buy now pay later". Concretamente un consumatore acquista un articolo e il venditore riceve subito la somma per intero da una piattaforma finanziaria, che da parte sua incassa rate e commissioni.

A caccia di occasioni, molti consumatori fanno rapidamente clic sugli acquisti online nei giorni che precedono la battaglia degli sconti del Black Friday, ricorda l'agenzia Awp in un giro d'orizzonte sul tema. L'euforia da shopping può però essere seguita dai postumi come di una sbornia quando si tratta di passare concretamente alla cassa.

La tentazione può quindi essere quella di passare all'approccio del ‘paga poi’. I fornitori di carte di credito di solito applicano tassi di interesse più elevati per gli importi dovuti, ma offrono opzioni di rimborso più flessibili. Gli esperti stimano che la quota di mercato in Svizzera sia oggi compresa tra 1 e 5 miliardi di franchi all'anno. Per fare un confronto: le carte di credito in circolazione nella Confederazione sono 8,5 milioni, con un fatturato annuo di 32 miliardi, secondo l'organizzazione di riferimento Swiss Payment Association. Le offerte ‘paga poi’ possono quindi ancora essere considerate un mercato di nicchia.

Giovani e credito

Il nuovo sistema gode comunque di una popolarità sempre maggiore in Germania e nel Regno Unito, nonché specialmente negli Stati Uniti, secondo un rapporto della società di pagamenti Adyen. Soprattutto i clienti più giovani acquistano spesso a credito. Con conseguenze in parte discutibili: stando ai dati di Creditreform ad esempio l'anno scorso in Germania il sovraindebitamento è aumentato nella fascia di età compresa tra i 18 e i 30 anni.

Di conseguenza il ‘paga poi’ è spesso considerato un problema e regolarmente suscita le critiche: "In linea di principio ha senso pagare solo quando si riceve la merce", consiglia ad esempio la Fondazione per la protezione dei consumatori. Ma occorre farlo entro i termini e in una sola volta: se l'azienda venditrice lavora con operatori di pagamenti e si opta per le rate sussiste il rischio di indebitarsi.

Il fatto che il ‘paga poi’ non abbia ancora avuto un successo clamoroso in Svizzera è probabilmente anche dovuto ai commercianti stessi, spiega Severin Pflüger, direttore di Verband Elektronischer Zahlungsverkehr, l'organizzazione delle imprese attive nei pagamenti elettronici. "Perché al rivenditore vengono addebitate delle commissioni". Molti non sono disposti a sacrificare i margini per un altro mezzo di pagamento. "I commercianti non si fidano dell'argomentazione secondo cui la riduzione dei margini sarà compensata da un aumento dei volumi", afferma l'esperto.

Il mercato svizzero dei fornitori del ‘paga poi’ sta comunque registrando una forte crescita: lo testimonia Cembra Money Bank, istituto specializzato in crediti al consumo, che nella sua relazione semestrale ha riferito come il volume dei prestiti netti verso questi clienti siano cresciuti del 12% rispetto ai sei mesi precedenti. Nel comparto delle carte di credito, la crescita è stata invece solo del 3%, ma l'importo totale ammonta a 1,1 miliardi di franchi: per BNPL la cifra è ancora di soli 0,2 miliardi.