Il piano di risanamento varato dall’istituto di credito dovrebbe portare alla raccolta di 4 miliardi di franchi tramite l’emissione di nuove azioni
Credit Suisse intende cancellare 540 posti di lavoro in Svizzera entro la fine dell’anno. "Sopprimeremo 2’700 impieghi nel mondo, di cui il 20% in Svizzera, entro la fine del quarto trimestre 2022", ha dichiarato oggi il Ceo della banca Ulrich Körner.
L’istituto di credito ha annunciato questa settimana nel quadro della sua ristrutturazione il taglio di 9’000 impieghi nel mondo, di cui 2’000 nella Confederazione. Il piano di risanamento prevede pure la raccolta di circa 4 miliardi di franchi svizzeri attraverso l’emissione di nuove azioni, in particolare grazie alla Saudi National Bank (Snb), la più grande banca commerciale dell’Arabia Saudita, che si è impegnata per 1,5 miliardi di franchi, pari al 9,9% del capitale sociale.
Quest’ultima dovrebbe così diventare il primo azionista di Credit Suisse e dovrebbe consentire di rafforzare la solidità della banca. Tale manovra non dovrebbe avere alcuna influenza sull’identità dell’istituto, ha assicurato Körner in un’intervista al domenicale Nzz am Sonntag. Gli azionisti non hanno alcun influsso sulla direzione del gruppo né sui suoi principi etici, ha precisato il Ceo. "La Saudi National Bank è un’azionista come gli altri, un’azionista importante naturalmente".
La data in cui Credit Suisse cederà le sue attività sui mercati dei capitali e di consulenza alla nuova entità Cs First Boston non è ancora nota. "Credit Suisse possiederà sicuramente una partecipazione di maggioranza nella fase iniziale", ha spiegato Körner, "forse ci sarà un ingresso in Borsa alla fine del percorso".