Economia

L’economia frenerà, ma meno di quanto previsto

Gli analisti rivedono un po’ le previsioni congiunturali per la Svizzera. E sono a tinte più rosee

Orizzonte meno grigio di quanto inizialmente preventivato
(Keystone)
26 ottobre 2022
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Gli analisti finanziari continuano a scommettere su una frenata dell’economia svizzera, ma sono un po’ meno pessimisti: prevedono anche che il franco rimarrà forte e magari salirà ancora, che il mercato del lavoro si manterrà robusto e che l’inflazione resterà stabile o ancora più probabilmente calerà.

Sono queste, in estrema sintesi, le indicazioni che emergono dall’indice sulle prospettive economiche calcolato da Credit Suisse (Cs) e da Cfa Society Switzerland sulla base di un sondaggio fra gli esperti. L’indicatore principale si è attestato in ottobre a -53,1 punti, si evince dalle informazioni diffuse oggi.

Rispetto al mese prima il dato è migliorato (+16,1 punti), ma sono ancora molto più numerosi gli specialisti che si aspettano un peggioramento della congiuntura di quelli che puntano sull’evoluzione opposta. "Le aspettative sono gravemente offuscate da otto mesi", sottolineano gli specialisti di Cs.

Scendendo nei dettagli, il 62,5% degli interrogati pronostica un peggioramento della situazione congiunturale nei sei mesi successivi, il 9,4% un miglioramento, mentre il 28,1% è convinto che non vi saranno cambiamenti (valori che determinano poi l’indice complessivo: 9,4 meno 62,5 = -53,1). Rispetto a settembre sono aumentati gli ottimisti (+1,7 punti) e soprattutto coloro che puntano sullo status quo (+12,7 punti), mentre sono diminuiti i pessimisti (-14,4 punti).

La sfiducia per il futuro elvetico si accompagna a un’analisi ancora più fosca per l’Eurozona (-77,4 punti) e gli Stati Uniti (-62,5%), mentre per la Cina le prospettive appaiono meno preoccupanti (-19,3 punti).

Secondo gli esperti di Cs il quadro non è comunque solo negativo. Sostanzialmente stabile, nel confronto mensile, è per esempio il giudizio sulla situazione congiunturale attuale elvetica, con un indice (positivo, va rimarcato) a 15,7 punti (-2,3 punti).

Anche sul fronte del rincaro i segnali sono interessanti. L’inflazione in Svizzera è vista in aumento dal 18,8% del campione, mentre il 43,8% si aspetta un calo e il 37,5% stabilità. I tassi d’interesse sono attesi in crescita nel corto termine (90,6%) e anche sul lungo periodo il 71,9% ipotizza una progressione: assai meno consistente è la quota di chi non scorge mutamenti (21,9%) e una sparuta minoranza del 6,2% mette in conto una contrazione.

Il 38,7% degli interrogati prevede inoltre una flessione dell’indice di Borsa elvetico SMI nei prossimi sei mesi, il 29% punta su valori stabili e il 32,3% su una progressione. Sul fronte valutario, il 46,9% ritiene che non vi saranno cambiamenti nel corso euro/franco, il 6,2% si aspetta un indebolimento del franco e il 46,9% un rafforzamento. Riguardo alla disoccupazione il 30% vede una crescita dei senza lavoro, il 63,3% una stagnazione e il 6,7% un calo.

Al sondaggio, effettuato fra il 13 e il 20 ottobre, hanno partecipato 32 analisti.

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