affari

Sbm, la cassaforte turistica del Principato

Intervista a tutto campo col Ceo Jean-Luc Biamonti

(Keystone)
22 agosto 2022
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«Dal mare di Montecarlo alle vostre Alpi: potremmo far rotta sull’Italia e fare shopping. Mentre lavoriamo anche per esportare all’estero, da New York a Dubai, il format dei locali di lusso nel Carré d’or del Principato di Monaco», anticipa a L’Economia, Jean-Luc Biamonti, presidente e ceo di Sbm, quotata a Parigi, giro d’affari di 530,5 milioni di euro.

Fondata nel 1863 dal principe Carlo III come Societé des bains de mer et du cercle des étrangers, maggioranza dello stato monegasco e azionisti di minoranza di peso come Ufipar del patron di Lvmh Bernard Arnault, è la cassaforte turistica del Principato. A Sbm fanno capo hotel, ristoranti e residenziale (negozi, uffici e appartamenti). Oltre al Casinò disegnato da Charles Garnier, stesso architetto dell’Opéra a Parigi: i giochi da soli valgono 200,8 milioni di euro.

La cassaforte fece gola anche all’armatore greco Aristotele Onassis che nel 1952 rilevò parte della società e s’installò in quello che era stato l’ufficio di Marie Blanc, moglie del fondatore di Sbm. Il resto è storia: la guerra con il principe Ranieri (padre di Alberto) per il controllo della società. E alla fine, la resa di Onassis. «Oggi lo stato monegasco controlla il 65%, non potrebbe ripetersi» nota Biamonti, ex Goldman Sachs (un posto da amministratore indipendente in EssilorLuxottica), che ha appena trasferito la quota del 47,30% che Sbm deteneva in Betclic Everest Group alla FL Entertainment NV. Risultato: un bottino da 850 milioni di euro, a fronte di un investimento iniziale di 140 milioni nel 2009.

Cosa ne farete?

Metà è stato incassato cash, il resto tramutato nel 10% di FL Entertainment NV fresca di Ipo su Euronext ad Amsterdam. Prima il 47% in una realtà di scommesse online come Betclic era un investimento strategico. Adesso quel 10% della nuova quotata FL Entertainment NV è un investimento finanziario. Ma il cash fruttato dal deal Betclic ci permette di progettare il futuro dopo due anni difficili per i forti investimenti e in parallelo la pandemia che ha congelato il turismo. Adesso però c’è il rimbalzo, con un risultato netto consolidato di 76,4 milioni grazie ai turisti americani e mediorientali, che han più che rimpiazzato i russi».

Alberto II segue gli affari?

Segue tutto con grande attenzione il principe, ma abbiamo totale autonomia, come dev’essere».

Investimenti: si riferisce alla costruzione del maxi quartiere residenziale e commerciale di lusso One Monte-Carlo (al posto del vecchio Sporting d’Hiver dei 70)?

Sì l’One Monte Carlo firmato Rogers Stirk Harbour & Partners con 7 nuove torri di negozi, uffici e appartamenti su piazza del Casinò che hanno reso necessario nel 2014 un aumento di capitale da 220 milioni di euro. E poi gli investimenti in pandemia sugli storici alberghi, come il De Paris. Nel complesso oltre i 700 milioni di euro». Quanto fruttano gli affitti deluxe? «Abbiamo moltiplicato le opportunità commerciali: tra gli ultimi brand arrivati nei nostri spazi commerciali Jaeger-LeCoultre e Vacheron Constantin, dopo Fendi, Prada, l’ampliamento di Dior, YSL, Balenciaga e Berluti. E abbiamo investito anche nelle Ville attorno allo Sporting e nelle residenze Balmoral e del Monte-Carlo Bay. Giro d’affari delle locazioni di boutique, uffici, residenze pari a 117,6 milioni di euro».

Prossimi piani di Sbm?

L’ampliamento con l’innalzamento di un piano del Café de Paris per giugno 2023».

Investirete all’estero? In Italia?

Non nego che mi piacerebbe fare shopping in Italia: siamo già andati molto vicini a rilevare un albergo in passato».

Dove in Italia: Roma, Milano, città d’arte o al mare?

In un resort sciistico delle Alpi, in Italia o Francia, perché oltre a diversificare l’offerta della nostra proposta turistica legata al mare ci permetterebbe di andare oltre la stagionalità di un business molto concentrato nei mesi estivi. Con vantaggi anche nella gestione dei 4mila dipendenti perché oggi parte è stagionale ma è sempre più difficile reperire professionisti di qualità. Dunque avere anche una stagione invernale in un resort sciistico sarebbe doppiamente vantaggioso. Ma tutto andrà prima discusso con l’azionista principale: lo stato monegasco».

Quali i tempi?

Dopo l’estate inizieremo a ragionare a livello governativo su cosa fare degli 850 milioni dell’operazione Betclic. In passato abbiamo anche distribuito quote ai dipendenti. E potremmo anche ripeterlo, anche se credo di più in nuovi investimenti».

Parliamo degli altri azionisti, Monsieur Arnault, per esempio.

Arnault ha un 5%, e c’è il gruppo cinese Galaxy Entertainment di Lui Che Woo con un altro 5%, e da ultimo la Sci Esperanza di Patrice Pastor con circa il 5%. Più piccoli investitori con l’1-2%. Con i cinesi di Galaxy vogliamo sviluppare il business dei giochi a Monaco e in Asia con resort integrati: i cinesi amano il gioco». In Cina o altrove, esporterete il format dei locali di lusso a Monaco? «Abbiamo replicato il format Café de Paris a Macau, ma coltiviamo un piano più ambizioso: testare un concept di ristorante nel 2023 che avrà nel nome l’unicità di Montecarlo e, se funziona, esportarlo. Prima in un paio di capitali europee poi a New York e Dubai».

Ultima operazione: la nuova piazza del Casinò dove da due anni si tiene il Gala della Croce Rossa. Perché?

Tutto è iniziato da Pierre Casiraghi: mi ha fatto notare come una piazza solo per le auto oggi è inconcepibile. Così ci siamo sbarazzati dell’aiuola e trasformato in area pedonale, con accesso anche alle auto. In più lo spazio si trasforma così in arena per eventi come è stato per il concerto di Alicia Keys per il Gala della Croce Rossa 2022, con il Bal de la Rose e gli eventi mondani curati da Sbm. Basta "togliere" le palme, sono removibili. E le opportunità di business si moltiplicano».

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