Economia

Problemi a forniture e reclutamento frenano la ripresa economica

Secondo il Monitor svizzero del quarto trimestre elaborato da Credit Suisse e procure.ch un’industria svizzera su 5 ricorrerà ancora al lavoro ridotto

(Keystone)
14 dicembre 2021
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Malgrado un netto calo delle ripercussioni economiche della pandemia da coronavirus, oltre due terzi delle imprese industriali svizzere si attendono perdite di produzione a causa dei problemi di approvvigionamento nei prossimi sei mesi, e una su cinque ricorrerà nuovamente al lavoro ridotto.

Il Monitor svizzero del quarto trimestre elaborato da Credit Suisse e procure.ch pubblicato oggi mostra anche difficoltà di reclutamento accentuate. I settori più toccati dalla tensione del mercato del lavoro sono informatica, architettura, industria chimico-farmaceutica e meccanica.

Secondo gli economisti di Credit Suisse, l’inflazione legata alla crescita economica dovrebbe permettere alla Banca nazionale svizzera (BNS), che farà il punto giovedì sulla politica monetaria, di tollerare un certo apprezzamento del franco rispetto all’euro. Un innalzamento dei tassi è giudicato “piuttosto improbabile per l’anno prossimo”.

Le attese in materia di crescita del prodotto interno lordo (PIL) per l’anno in corso sono state riviste leggermente al rialzo al +4%, contro il precedente +3,5%, mentre quelle per il 2022 sono state confermate a +2,5%. I valori si iscrivono nella parte bassa delle previsioni degli analisti sentiti dall’agenzia finanziaria AWP, che per l’anno prossimo pronosticano una crescita fra il 2,3 e il 3,5%.

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