Economia

L'annus horribilis del sistema pensionistico

Complice la crisi del coronavirus, lo stato di salute del sistema pensionistico svizzero è negativo come non lo era da almeno 15 anni

Per le prossime generazioni sarà dura poter 'godersi la pensione' (Ti-Press)
4 agosto 2020
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Complice la crisi del coronavirus, lo stato di salute del sistema pensionistico svizzero è negativo come non lo era da almeno 15 anni: è quanto emerge dall'indice previdenza UBS, che per il secondo trimestre si attesta a un valore compreso fra -1,0 e 1,5.

Nel 2019 il parametro aveva registrato una ripresa, pur rimanendo negativo: la pandemia ha però interrotto bruscamente il miglioramento spingendo l'indice ai minimi dall'inizio dei rilevamenti, nel 2005.

L'andamento è riconducibile principalmente al sottoindice sviluppo economico: in particolare, le componenti mercato del lavoro, debito pubblico e crescita economica hanno subito una forte contrazione. Ma anche i sottoindici finanze, demografia e riforme sono stati quasi esclusivamente in negativo negli ultimi trimestri.

Il futuro non appare roseo. Il numero dei pensionati crescerà molto più velocemente della popolazione attiva nei prossimi anni a causa dell'uscita dal mondo lavorativo della generazione dei baby boomer. Secondo UBS ciò aggraverà la situazione soprattutto per l’AVS.

Per garantire la sostenibilità della previdenza sono urgentemente necessarie riforme, sostiene la banca. Il primo gennaio è entrata in vigore la RFFA, la riforma fiscale e del finanziamento dell'AVS: le novità che porta con sé non offrono una soluzione a lungo termine, ma sul tavolo ci sono altre proposte che, con qualche modifica, sarebbero promettenti per il futuro, concludono gli esperti di UBS.

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