Economia

Crediti Covid, tasso 0% non prorogato oltre il primo anno

Non passa al Cosiglio degli Stati la mozione accolta a maggio dal Nazionale per fissare sin d'ora il tasso d'interesse per i prossimi quattro anni

Il 'ministro' delle finanze Ueli Maurer (Keystone)
16 giugno 2020
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Non è il caso di fissare adesso il tasso d'interesse per i crediti Covid-19, ora allo 0% per il primo anno, anche per i quattro anni successivi. È quanto pensa il Consiglio degli Stati che ha liquidato per 27 voti a 15 (una astensione) una mozione accolta lo scorso maggio dal Nazionale durante la sessione straordinaria dedicata alla pandemia.

Per una minoranza, mantenere allo 0,0% il tasso d'interesse dei crediti pari a un massimo di 500 mila franchi, garantiti dalla Confederazione nel quadro delle misure volte ad attenuare le ripercussioni sull'economia e sulla società causate da tale crisi, costituirebbe un'agevolazione per le imprese, che queste ultime accoglierebbero con favore.

Il consigliere federale Ueli Maurer, pur comprendendo le ragioni addotte dai sostenitori della mozione, ha sostenuto che il tasso d'interesse non dovrebbe comunque muoversi nei prossimi anni a causa della persistenze situazione di tassi negativi che contraddistingue la situazione attuale.

È pensabile, ha aggiunto il ministro delle finanze, che i tassi potrebbero risalire qualora la situazione economica volgesse al bello. In quel caso, ha spiegato, sarebbe possibile ridiscutere se sia il caso o meno di intervenire.

Fissando però ora nella legge un tasso fisso, verrebbe meno quella libertà di manovra indispensabile affinché l'esecutivo possa adottare una decisione ponderata che tenga conto di tutti gli attori in gioco (banche e Banca nazionale svizzera in particolare).

Egli ha poi ricordato che i crediti concessi non sono sovvenzioni, bensì aiuti temporanei per garantire la necessaria liquidità alle società in difficoltà a causa del coronavirus. Crediti senza interessi per un periodo superiore a un anno rischiano di distorcere la concorrenza, ciò che il Consiglio federale non desidera.

Professore Kof: crediti Covid-19 anche per gli investimenti

Sostenere la liquidità corrente delle imprese è bene, ma ancora meglio sarebbe estendere i prestiti Covid-19 al finanziamento degli investimenti: lo sostengono tre professori del KOF, il Centro di ricerca congiunturale del Politecnico di Zurigo.

Gli aiuti della Confederazione sono stati veloci ed efficaci, riconoscono Hans Gersbach, Heiner Mikosch e Jan-Egbert Sturm in un comunicato odierno. Hanno in particolare evitato un'ondata di fallimenti.

Secondo gli esperti il programma ha però un difetto: i crediti possono essere usati solo per coprire i costi d'esercizio delle imprese. E ora all'orizzonte vi sono segnali di una debolezza degli investimenti, un fattore decisivo per una sana dinamica di ripresa.

I tre specialisti propongono quindi di estendere il sostegno anche agli investimenti, in particolare equipaggiamenti e ricerca. Nel contempo il programma andrebbe prolungato sino a fine 2021, mantenendo però la soglia attuale di 40 miliardi.

Secondo i professori del KOF inoltre tutti i prestiti approvati dovrebbero essere garantiti dalla Confederazione unicamente in parte: il rimanente sarebbe a carico della banca. La quota di fideiussione statale dovrebbe inoltre scendere con il tempo.

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