Economia

La chiusura dei piccoli negozi? 'È colpa del web'

Lo sostiene il 73% dei dettaglianti svizzeri interpellati da un sondaggio. Molti punti vendita non vogliono affidarsi alla vendita online

Una scena nota (archivio Ti-Press)
17 marzo 2020
|

Il 73% dei dettaglianti svizzeri interpellati nell'ambito di un sondaggio ritiene che il commercio online sia la causa principale della moria dei piccoli negozi. Molti punti vendita non vogliono comunque sbarcare sul web.

Il 59% cento di tutti i negozianti che oggi vendono esclusivamente in negozio escludono del tutto la possibilità di affidarsi, anche in futuro, allo shopping via internet; il 24% non ha ancora un'opinione precisa in merito e soltanto il 17% pensa che proporrà i propri prodotti anche online, emerge da un rilevamento condotto presso 333 commercianti dall'istituto di ricerche di mercato Innofact AG di Zurigo per conto di Localsearch.

Quasi un interrogato su quattro (23%) distribuisce le proprie merci non soltanto presso la sede fisica dell'attività ma anche tramite lo shop online o un portale di e-commerce. La grande maggioranza (69%) continua tuttavia a puntare totalmente sul commercio tradizionale in negozio, mentre il restante 8% vende solo online.

Un parere comune

Con o senza negozi online, i dettaglianti sono concordi nell'affermare che il commercio online abbia una parte di responsabilità nella scomparsa dei piccoli negozi: l'opinione è condivisa da tre interpellati su quattro. Il 68% del campione si dice convinto che in futuro il commercio online porterà a un ulteriore inasprimento della concorrenza e il 45% ritiene che il mercato virtuale sarà dominato da operatori multinazionali, escludendo ogni possibilità per le piccole realtà locali.

Considerato che - stando ai dati dell'Ufficio federale di statistica - i consumatori elvetici sono ai vertici nella classifica dello shopping online in Europa, immediatamente alle spalle del Regno Unito, ci si può chiedere come mai la maggioranza dei negozianti non sfrutti questa dinamica ed escluda il passaggio al commercio via internet.

Perché non punteranno sull'online

I dettaglianti intervistati forniscono tutta una serie di motivazioni per questo atteggiamento: il 65% non crede o perlomeno dubita che i propri clienti desiderino fare acquisti online, il 70% pensa che il rapporto con la clientela sia talmente forte da non avere l'esigenza di un punto vendita virtuale. Il 62% non si avventura nel nuovo campo perché teme di perdere il contatto personale con i propri clienti. Il 59% crede che il proprio prodotto sarebbe difficile da vendere online e quasi uno su due (40%) dichiara che la gestione di uno shop virtuale sarebbe semplicemente troppo impegnativa.

I dettaglianti (20%) che vendono le proprie merci sia in negozio sia via internet forniscono varie motivazioni per questa scelta. Per l’86% dei commercianti interessati preminente è l'orario di apertura illimitato di un negozio online. Il 75% è convinto che i consumatori ricerchino sempre più spesso informazioni sui prodotti tramite Facebook e Instagram: pertanto avere un portale sul web rappresenta quasi una scelta obbligata. Il 69% crede che internet consenta generalmente di raggiungere più clienti rispetto al negozio tradizionale, mentre il 60% desidera semplicemente cavalcare la rapida crescita del commercio online. Ciononostante anche due terzi di questi negozianti (66%) affermano che il tradizionale commercio al dettaglio manterrà la sua rilevanza.

Se si parla dei volumi d'affari dei due canali, la classica distribuzione offline resta ancora dominante. I gestori di un negozio con shop online realizzano al bancone mediamente l’82% del proprio fatturato, mentre le vendite via internet concorrono per il 18%. Solo l'11% dichiara di realizzare almeno la metà dei ricavi sul web.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE