Economia

Record nel ritorno al lavoro dei beneficiari di Ai: 6% in più

Ben 22'534 persone con problemi di salute integrate nel mercato occupazionale l’anno scorso.

5 marzo 2020
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Le 22'534 persone con problemi di salute integrate nel mercato del lavoro l’anno scorso rappresentano un nuovo record. Lo comunica la Conferenza degli Uffici Ai (Assicurazione invalidità) che ogni anno pubblica la statistica relativa ai collocamenti sulla base dei dati raccolti presso i suoi membri, i 26 uffici Ai cantonali. Una crescita del 6 per cento rispetto all’anno precedente (2019: 21'156 persone / + 5 %). Per integrazione professionale da parte degli Uffici Ai non si intende solo il collocamento in un nuovo posto di lavoro, ma spesso anche il mantenimento del vecchio impiego grazie a provvedimenti di rilevamento e intervento tempestivi. Con il sostegno dell’Ai 12'640 persone hanno così potuto conservare il loro impiego, 1'933 hanno cambiato collocazione all’interno della loro azienda e 7'420 persone hanno trovato un nuovo posto di lavoro al di fuori della loro azienda. Inoltre 541 beneficiari di una rendita AI hanno ripreso a lavorare oppure hanno aumentato la loro capacità di guadagno.

L’aumento delle integrazioni comporta anche una riduzione delle rendite

Nel 2019 le integrazioni sono aumentate quasi due volte e mezza rispetto a dieci anni prima, con una tendenza al rialzo. La Conferenza degli Uffici Ai osserva con piacere questa evoluzione. «Parallelamente al numero di integrazioni in costante aumento, negli ultimi quindici anni abbiamo registrato anche una diminuzione significativa delle nuove rendite», rileva Florian Steinbacher, presidente della Conferenza. E aggiunge: «In questo modo non si garantiscono soltanto nuove prospettive e la possibilità di condurre una vita autonoma a persone con problemi di salute, ma si fa anche un investimento a favore del risanamento finanziario dell’AI». Nel business case pubblicato nell’agosto dell’anno scorso la Conferenza degli Uffici Ai mostra che tra il 2004 (4a revisione AI) e il 2018, solo grazie all’integrazione professionale, si sono potuti risparmiare più di 11 miliardi di franchi, pari a 730 milioni di franchi all’anno.

Gli Uffici Ai si ripropongono "di ripetere i successi ottenuti finora nell’ambito dell’integrazione professionale. A questo scopo è fondamentale il contributo dei datori di lavoro, che con il loro impegno danno un esempio tangibile di responsabilità sociale. Le aziende coinvolte mostrano inoltre che l’integrazione di persone con problemi di salute, la cui importanza è ancora destinata a crescere nei prossimi anni, è nel loro interesse non meno che in quello dell’Ai. È necessario che sempre più datori di lavoro colgano le opportunità offerte dall’integrazione professionale". A tal fine, gli Uffici Ai "garantiscono il loro sostegno alle aziende coinvolte in un processo di integrazione, ad esempio offrendo loro consulenza o un coaching direttamente sul posto di lavoro”. 

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