Economia

La crisi colpisce Rieter: tagliati 180 posti di lavoro

Il provvedimento del fabbricante zurighese di macchine e componenti per l'industria tessile è a livello mondiale. A Winthertur saltano 87 posti

La sede di Winterthur (Keystone)
29 gennaio 2020
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Soppressione di impieghi presso Rieter, fabbricante zurighese di macchine e componenti per l'industria tessile: confrontato con una difficile situazione economica il gruppo taglia 180 posti a livello mondiale.

A Winterthur (Zh), dove si trova la storica sede della società, saranno soppressi 87 posti, su un totale di 980 nell'intera Svizzera, ha indicato oggi l'azienda. Riduzioni dell'organico – che vanno ad aggiungersi a un taglio del 5% già operato nel 2019 – sono previste anche in Germania, Olanda e Repubblica Ceca.

L'impresa spiega le misure con la necessità di far fronte al calo degli investimenti operato dalla clientela: l'anno scorso il fatturato si è contratto del 29% a 760 milioni. Le nuove commesse sono aumentate, ma solo grazie a un singolo grande ordinativo: la tendenza generale è al ribasso, secondo la dirigenza. L'azienda soffre per il conflitto commerciale fra Stati Uniti e Cina, per i problemi di sovracapacità del mercato e per l'incertezza economica in paesi chiave: ad esempio in Turchia il giro d'affari è crollato del 57%.

I dati sulla redditività saranno pubblicati il 10 marzo. In base a informazioni provvisorie il gruppo dovrebbe avere realizzato un utile netto di circa 50 milioni di franchi, una cifra però influenzata dal provento della vendita di aree industriali non più necessarie a Ingolstadt, in Germania, che ha apportato 60 milioni. Senza questo effetto Rieter si troverebbe nelle cifre rosse.

La società oggi presente in borsa fa risalire l'origine dell'impresa a Johann Jacob Rieter (1762-1826), imprenditore che aprì a Winterthur un emporio in cui vendeva spezie esotiche e cotone. All'inizio dell'Ottocento l'azienda diventò una filanda, poi costruì macchine tessili, motori, treni, tram, fucili e altro ancora. Nel 1891 diventò una società anonima e il Novecento fu all'insegna dell'espansione, anche all'estero. Nel 2011 la componente industria automobilistica è stata scorporata, dando origine ad Autoneum, pure quotata a Zurigo.

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