Economia

'Ritira la denuncia'. Lo chiede Ubs al top manager Khan

Altro capitolo nella vicenda del pedinamento dell'alto dirigente bancario. Lo rivela la 'SonntagsZeitung'

(Keystone)
27 ottobre 2019
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Il consiglio di amministrazione di Ubs vorrebbe che il top manager Iqbal Khan, passato di recente da Credit Suisse al numero uno bancario elvetico, ritiri la denuncia nei confronti di tre detective privati che lo hanno pedinato su ordine del suo ex datore di lavoro. Lo sostiene il domenicale svizzerotedesco 'SonntagsZeitung'.

Il procedimento penale in corso presenta rischi non solo per Khan, ma anche per Ubs, rileva il domenicale, facendo riferimento a informazioni del cda. L'organo di vigilanza del numero uno bancario elvetico teme che vengano resi noti dettagli che potrebbero mettere in cattiva luce lo stesso top manager. Sarebbe anche "imbarazzante", aggiunge la 'SonntagsZeitung', se l'ufficio del Ministero pubblico dovesse interrompere il procedimento dopo mesi senza risultati.

Solitamente i top manager non sporgono denuncia in casi simili, poiché vi è il rischio che la vicenda diventi di dominio pubblico con tutte le conseguenze che ne derivano, aggiunge il domenicale, sottolineando però che Khan non sembra intenzionato a fare passi indietro.

La denuncia di Khan è rivolta a tre investigatori privati che lo hanno sorvegliato tra lo scorso 29 agosto e il 18 settembre, dopo che il 43enne aveva annunciato il passaggio da Credit Suisse a Ubs in qualità di co-responsabile della gestione patrimoniale. Il pedinamento dell'ex top manager era stato ordinato dal direttore operativo di Credit Suisse, Pierre-Olivier Bouée, al responsabile della sicurezza Remo Boccali, senza però consultare i vertici dell'istituto, secondo un rapporto.

Il dirigente si è assunto le proprie responsabilità e ha rassegnato le dimissioni dal consiglio d'amministrazione, così come ha deciso di lasciare con effetto immediato anche il responsabile della sicurezza.

Il caso ha tenuto banco per diversi giorni sulla piazza finanziaria elvetica, anche per i risvolti drammatici della vicenda: un detective privato che agiva da intermediario fra la banca e l'azienda di sicurezza Investigo si è tolto la vita, poiché si sentiva in colpa per il fatto che la sorveglianza di Khan era diventata di dominio pubblico.

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