Economia

'Oggi bisogna pensare ai dati come a una risorsa'

Stefano Santinelli (delegato del Ceo di Swisscom) alle aziende ticinesi: ‘Nuove opportunità di creare valore. Ma devono essere usati in modo responsabile’.

Uno scatto durante la Dialogarena di giovedì scorso
12 ottobre 2019
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I nostri dati sono il petrolio del 21esimo secolo. Ed è facile capire il perché quando si considera che tra le 10 aziende più grandi al mondo, 7 utilizzano in qualche modo i dati per fare business. «Fino a dieci anni fa in quella stessa classifica si trovavano solo grandi conglomerati aziendali oppure banche», ha fatto notare Stefano Santinelli, delegato del Ceo Swisscom per la Svizzera italiana, durante la Dialogarena Ticino 2019. Ovvero durante la quinta edizione della giornata che la società telecom dedica all’incontro con le imprese e i partner del nostro cantone. Giornata che quest’anno ha avuto come ‘fil rouge’ le opportunità da cogliere nella società dei dati. L’avvento di internet e della possibilità di raccogliere (prima) e analizzare (ora) una grande mole di informazioni ha cambiato il mondo e, con esso, il modo di fare impresa. Stando ad una ricerca dell’‘Ibm Institute for Business Value’, due terzi delle aziende che vantano un successo superiore alla media hanno una strategia globale in materia di dati. E la disponibilità di informazioni continuerà a crescere: se già oggi le tracce digitali che lasciamo in rete e che dicono tanto di noi sono numerosissime (basta in fondo avere un telefonino in tasca), con l’avvento dell’Internet delle cose (fatto di decine di apparecchi di uso quotidiano connessi alla rete) il loro volume è destinato a crescere esponenzialmente, dai 40 zetabyte previsti per il 2019 ai 170 zetabyte pronosticati per il 2025, ovvero l’equivalente della memoria totale di 340 miliardi di smartphone di alta gamma.

Vantaggi competitivi e fiducia

Dati che possono dare vantaggi competitivi alle aziende e migliorare la vita degli utilizzatori. A patto di considerare questioni delicatissime e centrali come la privacy, la responsabilità aziendale nel trattare correttamente e nel tenere al sicuro da occhi indiscreti queste informazioni. Perché, ha chiosato il delegato del Ceo di Swisscom citando quanto suggerito recentemente dal Ceo di Shell Ben van Beurdendal alle aziende tecnologiche, è fondamentale conquistare e mantenere la fiducia dei consumatori, i quali devono percepire che i propri dati, raccolti con il loro consenso informato, vengono usati per il bene loro e della comunità e non unicamente per fare profitto. Con queste premesse, le opportunità per piccole e grandi imprese sono interessanti: «Imprese tradizionali hanno creato un nuovo business. La John Deere, da azienda produttrice di veicoli agricoli, si è specializzata nello ‘smart farming’: tramite applicazioni e apparecchi, unendo dati di produzione agricola a dati esterni (come la meteo e l’andamento del mercato) è in grado di fornire indicazioni mirate ai contadini che si affidano ai suoi servizi», ha precisato Santinelli, aggiungendo che il processo di transizione delle aziende tradizionali al “data driven” è comunque ancora all’inizio: «Il 70% delle imprese dichiara di non essere ancora pronta». Molte tuttavia hanno già creato la figura del Chef Data Officer, ovvero il responsabile dell’uso dei dati, segno di una chiara volontà di entrare in questa nuova dimensione.

«Per diventare un’azienda fondata sui dati – ha commentato Santinelli – sono necessari quattro passi. Intanto bisogna cominciare a vedere i dati come una risorsa strategica per l’azienda e trattarli come tali secondo le regole vigenti. In seguito è fondamentale iniziare a usare in modo efficace le informazioni cui si ha già accesso in modo da creare nuovo valore. Fatto ciò, si potrà pensare di costruire nuovi vantaggi competitivi integrando pure dati esterni all’azienda. L’obiettivo ultimo è quello di poter costruire servizi in grado di adattarsi in base al contesto». Tra gli esempi citati dal delegato del Ceo di Swisscom, il caso di “Autosense”, un apparecchio che, collegato alla propria auto, ne registra tutti i dati principali. Scegliendo di condividere queste informazioni con la propria assicurazione, gli automobilisti potranno beneficiare di una polizza “al chilometro” invece che a un costo annuale forfettario. Zurich è pronta a lanciare un prodotto simile il prossimo anno.

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