Economia

Trump se la prende con i produttori di auto

Il presidente americano attacca i "manager deboli" di Ford e General Motors, accusati di piegarsi alla California sui target per le emissioni.

(Keystone)
22 agosto 2019
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L'industria dell'auto finisce nel mirino di Donald Trump. Il presidente americano attacca i "manager deboli" di Ford e General Motors, accusati di piegarsi alla California invece che schierarsi con la Casa Bianca sui target per le emissioni. Target in via di definizione ma che segneranno un deciso allentamento delle norme dell'era Obama, inizialmente criticate dall'industria delle quattro ruote perché troppo stringenti.

Per andare incontro all'esigenza dei big dell'auto Trump ha da subito iniziato a lavorare a norme più rilassate. Il passo indietro rispetto a Obama sarebbe però talmente forte da preoccupare i vertici della case automobilistiche, che temono un possibile scontro con la California, uno dei maggiori mercati automobilistici americani (con standard più rigidi). Per evitare di restare vittima dello scontro, Ford insieme a Bmw North America, Volkswagen America e Honda ha siglato nelle scorse settimane un accordo con la California per la produzione di auto meno inquinanti. I requisiti stabiliti sono meno rigidi quelli dell'era Obama ma decisamente più stringenti di quelli per i quali spinge Trump.

L'intesa al presidente americano non è andata giù, e ha aperto la strada a una serie di tweet infuocati di accuse per convincere le case che non hanno finora aderito a restare alla larga dall'accordo con la California. Trump - secondo indiscrezioni - ha convocato alla Casa Bianca il mese scorso Toyota, Fca e Gm per fare pressione. Ma il pressing sarebbe stato accolto con freddezza, con le case automobilistiche scettiche sui nuovi limiti spinti da Trump e soprattutto preoccupate dalla possibilità di due standard sulle emissioni negli Stati Uniti. Timori e preoccupazioni infondati secondo Trump, che ha dato degli "sciocchi" ai manager dei costruttori per la loro freddezza su una proposta che "ridurrebbe i prezzi delle auto per i consumatori di 3.000 dollari, oltre a rendere le vetture più sicure. L'impatto sull'ambiente sarebbe limitato". Trump se la prende soprattutto con Ford e Gm. "I leggendari Henry Ford e Alfred Sloane si stanno rigirando nella tomba di fronte alla debolezza dei manager delle loro società che vogliono spendere di più su auto non sicure" attacca il tycoon sostenendo che la scelta punta solo a evitare di combattere con la California.

Ford e Gm non stanno comunque a guardare e replicano agli attacchi. "Sosteniamo una soluzione unica per tutti e 50 gli stati e l'accordo con la California offre stabilità delle regole, riducendo allo stesso tempo le emissioni piuttosto che adattarsi a due diversi standard" dice Ford. Dello stesso tenore la replica di Gm: "lavoriamo con tutti per una soluzione che riguardi tutti e 50 gli stati". I costruttori stranieri mantengono un atteggiamento più cauto nel timore che una loro presa di posizione possa scatenare l'ira di Trump e l'imposizione di dazi.

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