Economia

Tamedia, utile in calo ma fatturato oltre il miliardo

Il gruppo vintende investire 30 milioni di franchi nei prossimi tre anni per lo sviluppo digitale dei media a pagamento.

12 marzo 2019
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Il gruppo Tamedia ha chiuso il 2018 con un utile netto pari a 129,5 milioni, in calo del 23,9% rispetto all'anno precedente. La causa sarebbe un ulteriore diminuzione dei ricavi derivanti dalla pubblicità sulla stampa scritta. Il fatturato ha superato la barriera del miliardo di franchi, in progressione del 3,7%, indica in una nota odierna il colosso mediatico zurighese, che lo scorso anno ha fatto chiudere i battenti al quotidiano romando Le Matin.

A seguito dell'aumento di 28,3 milioni dovuto al Principio contabile internazionale (IAS 19) e della rettifica di valore pari a 6,0 milioni in seguito al fallimento di Publicitas, l'EBIT è crollato del 27,2% a 131,6 milioni di franchi, mentre il relativo margine è stato ridotto di quasi un terzo, attestandosi al 13,0%. Gli azionisti, che si riuniranno in Assemblea generale il prossimo 5 aprile, si vedranno proporre un dividendo invariato di 4,50 franchi per azione.

Per l'esercizio in corso, la direzione non vuole fornire cifre dettagliate. Tuttavia, Tamedia vuole investire 30 milioni di franchi nei prossimi tre anni per lo sviluppo digitale dei media a pagamento, assicurando che due terzi dell'importo "saranno utilizzati nel settore redazionale (...) e un terzo nel settore commerciale".

I risultati sono fortemente criticati da syndicom che in una nota sottolinea come "anche nel 2018 Tamedia ha mostrato due volti. A livello economico-aziendale il risultato realizzato è impressionante per un’azienda mediatica. Nessun’altra azienda del settore ha raggiunto un margine di 20,4% (Ebitda) in Svizzera. Nemmeno approssimativamente. In questo senso la direzione accontenta gli azionisti e giustifica anche l’aumento della sua retribuzione. Il rovescio della medaglia colpisce gli impiegati, che vengono mandati a casa e sulle cui spalle vengono conseguiti questi bei profitti. I piani di ristrutturazione annunciati vanno dunque valutati negativamente per i dipendenti”. 

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