Economia

La Banca nazionale svizzera non cambia rotta

"Attualmente non c'è motivo di cambiare la politica monetaria", ha dichiarato il presidente Thomas Jordan. Intanto la Banca centrale europea conferma la fine del 'quantitative easing'

Jordan (©Keystone ATS)
13 dicembre 2018
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La Banca nazionale svizzera mantiene ancora invariata la sua politica monetaria espansiva, vista la fragile situazione sul mercato dei cambi. Riviste invece al ribasso le previsioni sulla crescita dell'economia elvetica per quest'anno e il prossimo.

Gli interessi negativi dello 0,75% sui conti giro presso la bns sono stati confermati come pure il margine di fluttuazione del Libor a tre mesi fra il -1,25% e il -0,25%. "Attualmente non c'è motivo di cambiare la politica monetaria", ha dichiarato alla stampa a Berna Thomas Jordan, presidente del consiglio di amministrazione della banca nazionale. "Le incertezze economiche e politiche espongono i tassi di cambio a rischi di forti e brusche fluttuazioni", ha spiegato.

Per il 2018 l'istituto prevede una crescita del PIL leggermente inferiore, intorno al 2,5% (3% in precedenza), mentre nel 2019 sarà dell'1,5% circa. La crescita dell'economia mondiale nei prossimi trimestri dovrebbe rimanere solida. A breve termine, sarà leggermente al di sopra del potenziale, beneficiando di un miglioramento del mercato del lavoro e della politica monetaria espansiva nei paesi industrializzati, poi è previsto un rallentamento a medio termine. La BNS sottolinea che esistono rischi significativi, dovuti in particolare alle incertezze politiche e alle tendenze protezionistiche.

Da settembre il franco si è leggermente deprezzato, principalmente grazie al rafforzamento del dollaro. La divisa svizzera resta comunque ad un livello elevato e la situazione del mercato dei cambi rimane fragile, scrive la Bns in un comunicato. "Una normalizzazione della politica monetaria nell'Unione europea sarebbe un buon segno per noi", ha detto Jordan. Per il momento però la Bns "continua a intervenire sul mercato dei cambi secondo necessità, tenendo conto della situazione di tutte le valute".

E  la Banca centrale europea ha annunciato che porterà a zero, a partire dal primo gennaio, gli acquisti netti di bond. Finisce l'espansione di bilancio attraverso il quantitative easing anche se il consiglio direttivo "intende continuare a reinvestire la totalità dei rimborsi di capitale, derivanti dai titoli acquistati che arrivano a scadenza, per un periodo prolungato dopo che avrà iniziato ad alzare i tassi d'interesse principali, e in ogni caso per tutto il periodo necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario", si legge in una nota.
 
 

 

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