Economia

Dopo un anno e mezzo cala il Pil, si ferma la crescita economica

Nel terzo trimestre il prodotto interno lordo è calato dell 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti. La Seco: 'Crescita bruscamente interrotta'

29 novembre 2018
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Si è fermata la fase di crescita dell'economia svizzera: nel terzo trimestre il prodotto interno lordo (Pil) è calato dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti, mettendo fine a una progressione che durava da un anno e mezzo.

In un comunicato odierno la Segreteria di stato dell'economia (Seco) parla di "crescita bruscamente interrotta". Il -0,2% segue il +0,7% del secondo trimestre e il +0,9% dei primi tre mesi dell'anno. Gli ultimi due trimestri del 2017 si erano chiusi con incrementi rispettivamente dello 0,7% e dello 0,8%.

Colui che, smarcandosi dall'opinione dominante riguardo alla bontà della crescita per il benessere di una nazione, volesse gioire per la flessione del terzo trimestre, è tenuto a ricredersi: calcolando su base annua, il prodotto interno lordo - cioè l'insieme del valore monetario di tutte le merci e i servizi prodotti in Svizzera - è continuato a salire, per un valore pari al 2,4%. A titolo di confronto e andando all'indietro, i trimestri precedenti avevano presentato i valori seguenti: +3,5%, +2,9%, +2,5%, +1,6% e +1,6%.

Secondo la Seco comunque anche in Svizzera nel terzo trimestre si constata un netto raffreddamento della congiuntura, analogamente a quanto avvenuto in atri paesi europei, in particolare in Germania (Pil -0,2%).

Al risultato elvetico hanno contribuito sia il comparto industriale che quello terziario. Nell'industria manifatturiera la creazione del valore aggiunto è leggermente scesa (-0,6%): dopo il forte dinamismo osservato in passato questo equivale a una normalizzazione ad alto livello, commentano gli esperti della Confederazione. Un calo (-2,2%) è stato subito anche nel ramo energetico, dopo due trimestri molto positivi: l'estate secca ha provocato diminuzioni della produzione nelle centrali idroelettriche. Anche il totale delle esportazioni di merci è sceso di molto (-4,2%), ma i dati di ottobre relativi al commercio estero preannunciano già una forte ripresa.

Pure il settore terziario ha sofferto, nell'ottica della Seco. Nel commercio la creazione di valore ha registrato un netto calo (-1,0%) sia per il comparto al dettaglio che per quello all'ingrosso, dopo un trimestre precedente già negativo. Il settore finanziario ha segnato una diminuzione: la ripresa che si protraeva da alcuni trimestri è stata interrotta (-1,1%). È invece proseguito l'andamento positivo nel ramo dei servizi alle imprese (+0,7%) e nel settore sanitario (+0,5%).

Le spese per consumi delle economie domestiche sono praticamente rimaste ferme sul posto (+0,1%): alla luce della moderata evoluzione dei salari reali, infatti, la disponibilità a effettuare grandi acquisti è bassa, osservano gli stessi specialisti della Seco.

Le spese statali sono leggermente diminuite (-0,1%). Gli investimenti nell'edilizia hanno registrato un lieve incremento (+0,02%), mentre quelli nei beni di equipaggiamento sono risultati molto in calo (-2,0%). Di pari passo con la contrazione della domanda interna si rileva una netta regressione anche delle importazioni di merci e servizi (-1,6%).

Sul prodotto interno lordo il dibattito fra gli economisti è sempre acceso. Il fatto che ad esempio un incidente stradale contribuisca notevolmente all'aumento del Pil mentre lo faccia pochissimo la coltivazione di un proprio orto o - per niente - il volontariato ha fatto sorgere dei dubbi sull'effettiva capacità di questo parametro di descrivere benessere o progresso di una nazione. I vari indicatori alternativi proposti non hanno però mai attecchito.

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