Economia

Alla Pharmanalytica di Locarno saranno 25 i posti eliminati

Il settore ticinese è in grado di assorbirli. La società del gruppo renano si occupa del testing e stabilità delle specialità terapeutiche.

26 settembre 2018
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C’è apprensione alla Pharmanalytica Sa di Locarno, ubicata in via Balestra, per il taglio di 2’150 posti di lavoro che l’azienda farmaceutica Novartis ha annunciato ieri, nell’ambito di una ristrutturazione strategica che sarà attuata a livello nazionale. In città lavora un centinaio di dipendenti, di cui 18 con formazione universitaria (farmacista, biologo, chimico) e 57 laboratoristi in chimica e periti chimici, oltre al personale amministrativo. Secondo Vincenzo Cicero, sindacalista di Unia, a Locarno dovrebbero essere tagliati 25 impieghi. Pharmanalytica fa parte del gruppo farmaceutico Novartis.

Numero confermato da un portavoce del gruppo renano. “Le misure comunicate sono intese a promuovere l’efficacia e l’efficienza delle operazioni della società e a sostenere la propria capacità di offrire ai pazienti farmaci innovativi, in un contesto sanitario in rapida evoluzione”, si legge in una nota. Novartis precisa che, nella sede ticinese del gruppo, “verranno ridotte circa 25 posizioni nell’arco dei prossimi 2-3 anni. Alle persone toccate dalle misure, Novartis garantirà ampie tutele, incluso un supporto attivo nella ricerca di un nuovo impiego all’interno o all’esterno dell’azienda”. “La ristrutturazione darà continuità al sito di Locarno, garantendone un futuro come ‘centro di eccellenza’ nel testing di stabilità dei prodotti farmaceutici più strategici di Novartis”, si conclude la breve nota.

Ricordiamo che Novartis ha annunciato che oltre 2mila impieghi verranno cancellati nell’arco di quattro anni e il provvedimento concernerà soprattutto la produzione a Basilea, Schweizerhalle (Basilea Campagna), Stein (Appenzello Esterno) e Locarno, con un taglio di quasi 1’500 impieghi, mentre ulteriori 700 posti saranno delocalizzati all’estero. Ma nel contempo vi sarà la realizzazione, annunciata un mese fa, di un impianto di produzione nel settore delle terapie cellulari e genetiche a Stein, dove saranno creati fino a 450 nuovi posti di lavoro. Novartis afferma di aver invitato i rappresentanti del personale e il management a condurre colloqui e consultazioni. “Sappiamo cosa significa l’annuncio odierno per i collaboratori potenzialmente toccati e le loro famiglie”, afferma il presidente della direzione Vas Narasimhan. Novartis vuole offrire sostegno a tutti i dipendenti coinvolti e intende creare un jobcenter per impieghi all’interno e all’esterno del gruppo, un piano sociale e piani
di prepensionamento. Inoltre Novartis vuole convertire il maggior numero possibile di collaboratori, così che possano lavorare nel nuovo sito di Stein nell’ambito delle terapie cellulari e genetiche.

Calderari (Farmaindustria): ‘Siamo in grado di assorbire gli esuberi’

Il piccolo, ma dinamico distretto chimico e farmaceutico ticinese, sta conoscendo un periodo congiunturale positivo. «Negli ultimi tre anni sono stati creati ulteriori 500 posti di lavoro nel settore che ora occupa più di 2’900 persone a tutti i livelli: dalla produzione, all’amministrazione e la ricerca». «Confido che chi perderà il posto di lavoro alla Pharmanalytica di Locarno abbia delle concrete possibilità d’impiego in altre aziende ticinesi», afferma Giorgio Calderari, presidente dell’associazione di categoria Farmaindustria Ticino.

I cambiamenti tecnologici nel campo farmaceutico sono molto rapidi e l’innovazione è un obbligo per tutte le imprese del settore. Nel solo 2017, per rimanere al Ticino, sono stati 200 i milioni di franchi investiti sul territorio e stando alle proiezioni della stessa Farmaindustria, nel prossimo triennio saranno investiti – tra il rinnovo dei macchinari e la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti – quasi 600 milioni di franchi. Cifre che fanno dire che il distretto farmaceutico locale è decisamente in salute. Il fatto che Novartis abbia deciso di investire in un nuovo sito produttivo a Stein (Appenzello Esterno) e nel contempo riconvertire alcun processi produttivi in Svizzera e mantenere comunque un centro di eccellenza in Ticino nell’ambito della certificazione di specialità farmaceutiche, è per certi versi una notizia positiva.

«Io sono ottimista per natura e in questa riorganizzazione non vedo solo degli aspetti negativi. Novartis ha chiaramente affermato che il centro, riconvertito alle future esigenze della casa madre, rimarrà a Locarno» continua Calderari che si dice comunque umanamente vicino a chi perderà il posto di lavoro. Ricordiamo che a Locarno il gruppo Novartis, attraverso la Pharmanalytica Sa, occupa un centinaio di persone. Nella sede di Locarno viene verificata la stabilità dei prodotti farmaceutici del gruppo e vengono sviluppati e convalidati i metodi analitici successivamente trasferiti ai siti di produzione Novartis. Si tratta, quindi, di un passaggio – quello del ‘testing’ di stabilità – cruciale nel processo di produzione interna al gruppo farmaceutico basilese.

Misure estreme per i sindacati

Stando al Ceo Vas Narasimhan, la multinazionale rimarrà fortemente ancorata alla Svizzera. Dopo l’attuazione della ristrutturazione e dello scorporo della divisione oftalmologica Alcon, in Svizzera sarà attivo circa il 10% degli effettivi totali. Attualmente lavorano per Novartis circa 125mila persone nel mondo. Unità importanti quali ricerca e sviluppo resteranno anche in futuro nella Confederazione. La riduzione degli effettivi punta a una maggior efficacia ed efficienza. Nella produzione l’impresa intende investire maggiormente in nuove piattaforme di produzione e allontanarsi dalle tecnologie di fabbricazione tradizionali. In questo contesto Novartis ha già annunciato adeguamenti in Giappone, Stati Uniti e altri Paesi. Le misure sono anche necessarie per ridurre sovracapacità, afferma il gruppo; alla fine del processo non esisteranno più 66 stabilimenti di produzione. Taluni processi saranno anche esternalizzati a ditte terze.

La ristrutturazione ha a che fare con decisioni prese nel 2016. Allora Novartis aveva annunciato di voler risparmiare fino a un miliardo di franchi nella rete di produzione. Il trasferimento di compiti amministrativi è invece conseguenza di una decisione del 2014, quando il gruppo aveva creato l’entità Business Services. Per poter offrire servizi interni a bassi costi Novartis aveva allestito cinque centri globali a Dublino (Irlanda), Hyderabad (India), Kuala Lumpur (Malaysia), Città del Messico e Praga (Cechia).

Intanto, l’annuncio di Novartis ha già suscitato la reazione dei sindacati Unia, Syna e dell’associazione Impiegati svizzeri. Anche i governi dei cantoni interessati deplorano la decisione. Considerando l’ulteriore crescita prevista per il settore, Impiegati svizzeri definisce la misura “inaccettabile”. Secondo l’organizzazione il gruppo arreca gravi danni all’economia elvetica e anche a sé stesso. Anche per Unia non c’è nessuna ragione economica che giustifichi questo “smantellamento senza precedenti”. Nella sua presa di posizione Syna definisce la ristrutturazione “una porcheria”, ma non chiede di rinunciarvi.

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