Economia

Il titolo della Bns non si 'cancella'

Il governo federale boccia la proposta della deputata ticinese Roberta Pantani di 'uscire' dalla Borsa. E motiva: 'Preoccupazioni ingiustificate'

(foto Ti-Press)
30 agosto 2018
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Non è necessario procedere al 'delisting'  ('cancellazione', ndr) del titolo della Banca nazionale svizzera (Bns) dalla Borsa svizzera. È quanto afferma il Consiglio federale in risposta a una mozione presentata in tal senso della deputata leghista Roberta Pantani. Secondo il testo della ticinese, la Bns è l'unica banca centrale quotata in borsa. Una situazione "parzialmente surreale, in quanto oltre alla proprietà statale, vi è una parte rilevante di azionisti privati".

Questo esporrebbe l'istituto a speculazioni, oltre che ad influenze di capitali e fondi esteri, annullando la sua forza a difesa dell'economia elvetica. Il governo sostiene, però, che le preoccupazioni sono ingiustificate. La Bns è infatti gestita con la collaborazione e la supervisione della Confederazione. Il capitale azionario ammonta a 25 milioni di franchi ed è interamente versato. I diritti degli azionisti vengono disciplinati dalla legge sulla Banca nazionale e sono fortemente limitati rispetto a una società anonima.

Diversi aspetti - prosegue l'esecutivo - come gli strumenti a disposizione e l'indipendenza sono poi disciplinati nella legge e gli azionisti non possono modificarli. Infine, il diritto a un dividendo è limitato per legge a un massimo del 6% del capitale azionario, ovvero 15 franchi per azione. In questo modo gli azionisti possono decidere sull'impiego degli utili "in maniera molto limitata". Per tutte queste ragioni il Consiglio federale invita a respingere la mozione.

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