Economia

Le mille voci di una crisi

Infuocato dibattito ieri sera al Lac fra i commercianti di Lugano e le autorità

13 marzo 2018
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«La Città c’è, vogliamo confrontarci e non molleremo di un millimetro. Ma vi chiediamo la stessa cosa». È un appello accorato al dialogo e alla collaborazione quello che il sindaco di Lugano Marco Borradori ha rivolto ieri sera ai circa 150 commercianti presenti per discutere della crisi che attanaglia il settore. Un ponte, per superare «l’evidente barriera» – come detto dal sindaco stesso – emersa prepotentemente durante la serata, che ha di fatto rappresentato il primo concreto passo della nuova strategia che la Città ha annunciato poco prima di Natale per reagire alla difficile congiuntura.

La pur interessante – e ricca di spunti – introduzione a cura di alcuni ospiti di rilievo, è stata bruscamente interrotta dalle rivendicazioni, dalle lamentele e in definitiva dall’insoddisfazione della folta platea. Un intervento che ha dato il ‘la’ a quello che è stato il clou dell’incontro: il dibattito fra le autorità comunali e gli esercenti. La forte eterogeneità di questi ultimi – dai piccoli dettaglianti ai grandi rivenditori come Manor e Migros, dalle griffe di via Nassa ai negozianti di quartiere – fa sì che le veementi richieste abbiano toccato le esigenze più disparate. Dai problemi legati alla burocrazia alla necessità di orari d’apertura più flessibili alla sera e nei festivi, dal contestato Piano viario e ai conseguenti malcontenti legati al trasporto pubblico e privato agli affitti ritenuti troppo alti, dagli eventi – di cui i commercianti ritengono di non trarre beneficio, non potendo tenere i negozi aperti –, alla comune sfida dell’e-commerce. La carne al fuoco è tanta, l’ente pubblico comunale non è però in tutti i casi l’interlocutore giusto. «Abbiamo una Divisione dello sviluppo economico – ha esortato il sindaco –, siamo aperti al dialogo, ma abbiamo bisogno che siate uniti e che individuiate 5, 6, 10 persone autorevoli con cui poter colloquiare».

L’esempio di Zurigo

Nelle fasi iniziali dell’incontro, ampio spazio è stato dato alla questione dell’e-commerce, in cui la Svizzera è ai primi posti d’Europa (cfr. infografica). «La fiducia e l’affidabilità che i prodotti svizzeri godono nel mercato globale sono ancora un valore aggiunto – ha ricordato il direttore generale di NetComm Suisse Carlo Terreni –, come pure i prodotti tipici locali». E mentre il professore di marketing dell’Usi Luca Visconti ha condiviso l’invito a «ritornare a prodotti ad alto valore aggiunto, con una forte personalizzazione e del territorio», un esempio concreto di ciò che l’ente pubblico sta facendo per fronteggiare la crisi l’ha fornito la direttrice dello Sviluppo economico di Zurigo, Anna Schindler. «Negli anni Novanta eravamo in una situazione simile alla vostra», ha ricordato prima di sottolineare gli sforzi zurighesi: pianificatori, normativi, finanziari, politici. Un impegno concreto – facilitato dagli oltre 1’000 immobili commerciali di proprietà del Comune – per sostenere il commercio al dettaglio, «che diventa sempre più importante, se di qualità». Una sfida che la Lugano dei negozi, ma anche quella delle istituzioni, si è posta l’obiettivo di cogliere.

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