Economia

Davos attende Trump

Il presidente americano sarà ospite del Forum economico mondiale

10 gennaio 2018
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Al Forum economico mondiale (Wef) di Davos Donald Trump intende soprattutto “fare business”: ne è convinto Martin Naville, direttore della camera di commercio svizzero-americana. Il presidente americano punta a parlare direttamente con l’élite economica del pianeta, allo stesso modo come via Twitter è abituato a rivolgersi direttamente alla gente, ha spiegato Naville alla trasmissione ‘10 vor 10’ della televisione Srf. Al Wef Trump intende spiegare che il suo motto ‘America first’ non significa protezionismo, bensì libero scambio in base a regole americane. L’imprenditore-presidente ha visto come l’anno scorso il leader cinese Xi Jinping abbia tenuto un discorso che lo ha reso il campione della globalizzazione: “in questa edizione al centro dell’attenzione vuole essere Trump”. Naville non si aspetta provocazioni o tumulti: “il presidente verrà per mostrare quello che è in grado di fare l'America”. Il Forum economico è in programma dal 22 al 26 gennaio. Sono attesi 3mila esponenti della politica, dell’economia e della scienza. Il tema di quest’anno è ‘Creare un futuro condiviso in un mondo frammentato’ (Creating a shared future in a fractured world). Il discorso d’apertura sarà tenuto dal primo ministro indiano Narendra Modi. Fra le personalità di spicco che hanno già annunciato la loro presenza figura il presidente francese Emanuel Macron. L’arrivo di un presidente americano a Davos è un evento raro: prima di Trump nei Grigioni era giunto solo Bill Clinton, nel 2000. Per bocca di un portavoce il presidente della Confederazione Alain Berset si è già detto pronto a incontrare Trump anche in via bilaterale, se la controparte sarà interessata. Altro che partecipazione al Forum economico di Davos (Wef), il Consiglio federale deve negare a Donald Trump il permesso di entrare in Svizzera: è quanto chiedono i giovani socialisti elvetici. La Confederazione deve mostrare pubblicamente che non tollera razzismo e sessismo, scrive la Gioventù socialista (GS) in un comunicato. Secondo l’organizzazione non si può nemmeno chiudere gli occhi di fronte alla proposta di costruire muri e alle spiritosaggini sulle guerre nucleari.

Persona non grata per la sinistra

“Esigiamo da parte del Consiglio federale che si assuma le sue responsabilità, che dia prova di decenza e che rifiuti a Trump l'entrata nel Paese”, afferma la sezione giovanile del Ps. I simpatizzanti vengono da parte loro invitati a dire pubblicamente a Trump che il suo comportamento è inaccettabile e che la piccola Svizzera non si prostra davanti a lui. Da parte sua Campax – organizzazione svizzera indipendente che organizza ‘campagne d’attualità’ – ha lanciato una petizione online per far sapere a Trump che non è benvenuto né in Svizzera né a Davos. Lo slogan: è ‘Trump not welcome - stay out of Davos!’. La stessa Campax aveva già lanciato a inizio 2017 una petizione che chiedeva al Consiglio federale di dichiarare il presidente americano persona non gradita nella Confederazione. Alla Cancelleria federale erano state recapitate 9500 firme virtuali.

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