Economia

Banche, forte calo dell'occupazione

1 settembre 2016
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Se il settore bancario elvetico registra buoni risultati, le misure di risparmio si sono tradotte in un forte calo dell’impiego in Svizzera nel primo semestre 2016. A livello nazionale, gli effettivi delle banche sono diminuiti del 4,1% da gennaio, tagli che hanno interessato soprattutto i grandi istituti.

Nei primi sei mesi dell’anno si sono contati quindi 3’454 occupati in meno, come evidenziato da un sondaggio condotto dall’Associazione svizzera dei banchieri (Asb) nel corso dell’estate. Al termine del primo semestre il tasso di disoccupazione del settore si elevava al 2,7%, in ogni caso al di sotto della media svizzera del 3,1%.

All’estero le banche elvetiche hanno invece assunto 6’750 persone al netto del personale in uscita. Una tendenza preoccupante "quanto alla capacità d’esportazione della piazza finanziaria svizzera", ha sottolineato oggi ai media a Zurigo Martin Hess, responsabile della politica economica in seno all’Asb, che vorrebbe invertire la tendenza migliorando le condizioni quadro.

L’anno scorso il personale (in equivalenti a tempo pieno) è diminuito di 1’012 unità a 103’041 (-1%). A una parte preponderante di tale calo hanno contribuito le banche estere, con una riduzione di 2’036 posti di lavoro, pari all’11,2% del proprio organico, indica il barometro bancario 2016 pubblicato oggi dall’Asb.

Nell’anno in rassegna, anche il numero di banche operative in Svizzera si è ridotto da 275 a 266. Da queste cessazioni di attività sono stati interessati in particolare gli istituti a controllo estero (-8 unità).

"L’evoluzione è comparabile a quella osservata in altri Paesi europei", ha rilevato Hess. Sul lungo termine la Svizzera ha perso il 21% dei suoi stabilimenti dal 2005 al 2015, la Francia il 45% e il Regno Unito il 9,5%.

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