Economia

Stress e insicurezza al centro delle preoccupazioni dei lavoratori. Un sondaggio di Travail.Suisse

(© Ti-Press / Benedetto Galli)
11 settembre 2015
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Lo stress, ma anche l’insicurezza sul futuro del posto di lavoro preoccupano maggiormente i dipendenti svizzeri, in particolare quelli più anziani. È il risultato del "Barometro" sul lavoro realizzato da Travail.Suisse intervistando 1500 persone. L’organizzazione rivendica una politica di formazione adatta alle varie situazioni e consigli per i lavoratori di una certa età.

In particolare, il 65% dei dipendenti tra i 46 e i 64 anni non crede in caso di abbandono volontario o no dell’impiego di poter trovare un’occupazione analoga con una paga simile a quella percepita.

Molto preoccupante è il fatto che i maggiori timori per il posto di lavoro si registrano tra i dipendenti con più di 45 anni nelle regioni di confine come Ticino e Ginevra, ha rilevato il consigliere nazionale Jacques-André Maire (PS/NE), vicepresidente dell’organizzazione.

E succede troppo spesso che lavoratori anziani perdano il posto che viene occupato da giovani frontalieri. Per fermare questa tendenza Travail.Suisse ritiene necessario migliorare la politica di formazione e aggiornamento professionale a partire da quando il lavoratore ha poco più di 40 anni. Come pure elaborare consigli nel campo della carriera e correggere la politica d’impiego delle imprese.

"Se non riusciamo a dare abbastanza sicurezza a un gruppo d’età che esercita una certa influenza in politica, questo gruppo non aderirà più alla libera circolazione delle persone e neppure agli accordi bilaterali", ha ammonito Adrian Wüthrich, presidente designato di Travail.Suisse.

Dall’inchiesta emerge inoltre che le lavoratrici e i lavoratori attribuiscono la nota peggiore allo stress e al carico psichico del lavoro: il 40% si sente spesso o molto spesso stressato dal lavoro e un terzo lo percepisce come un carico psicologico.

La pressione è nettamente aumentata nel contesto dell’abbandono del tasso minimo di cambio del franco con l’euro. Secondo Wüthrich, "la corsa alla produttività provoca un carico ulteriore per i lavoratori, con effetti negativi sulla salute e un costo elevato per tutta l’economia".

Emerge inoltre che i lavoratori sono insoddisfatti dalle misure prese dai loro datori di lavoro per promuovere la salute. Il 14% ritiene che non è stato adottato nessun provvedimento. Le misure sono appena sufficienti o insufficienti per il 29% degli interpellati.

Lo stesso dicasi per l’incoraggiamento da parte di datori di lavoro alla formazione continua: circa la metà (46%) ne riceve troppo poco o per niente, denuncia Travail.Suisse.

Domani l’organizzazione terrà a Berna il suo congresso con al centro il tema "Per un lavoro con futuro". In programma vi è anche l’elezione del nuovo presidente.

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