Dib. Elettorale

Perché fomentare paure o immaginare problemi che non esistono?

22 febbraio 2019
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Inventare problemi che non esistono e si fomentano paure. È accaduto ancora con l’iniziativa di Ghiringhelli che propone di vietare nei luoghi pubblici, o aperti al pubblico le preghiere che contengono messaggi di odio e di discriminazione verso i fedeli di altre religioni. Ma, come ho avuto modo di spiegare in Gran consiglio, la sua è una proposta inutile e inapplicabile.
Inutile perché chiede la modifica della Legge sull’ordine pubblico introducendo un divieto, incitamento all’odio e alla discriminazione, che è già indicato e sanzionato dal Codice penale svizzero. Nessun bisogno di vietare ciò che è già vietato e sanzionato da una legge superiore. Dovessimo seguire la sua richiesta saremmo costretti a vietare nei luoghi pubblici di commettere molti altri reati, come rubare o uccidere, che sono già chiaramente vietati dal Codice penale.
La proposta però è pure inapplicabile nel concreto. Difatti le preghiere che si vorrebbe vietare vengono espresse in arabo. Ma come è possibile sapere se una determinata preghiera espressa in arabo incita all’odio e ancora, chi sarà preposto per valutare se chi sta pregando incita all’odio. Occorre insegnare la lingua araba agli agenti di polizia o bisogna forse assumere presso la Polizia cantonale agenti stranieri di origine araba per effettuare questi controlli?
Come detto, inutile e inapplicabile e questo è sufficiente per bocciare con convinzione la proposta. Ma dovrebbero pure convincere chi l’ha presentata di aver sbagliato, infondo a tutti può capitare. E invece no, Ghiringhelli non ne vuole sapere e, malgrado i chiarimenti, insiste!
Non si toglie dalla tesa che i mussulmani sono degli incitatori di violenza e lo fa riprendendo un paio di versetti, estrapolandoli dal contesto e interpretandoli a suo piacimento. Evidentemente il suo obiettivo non è quello di vietare un reato già sanzionato dal codice penale, ma piuttosto quello di fomentare paure o odio contro chi è diverso da lui. Pensandoci bene, forse questo potrebbe essere penalmente rilevabile o punibile.
Certo non bisogna banalizzare un problema che esiste e che preoccupa, quello della radicalizzazione e del fanatismo che usa in modo inappropriato la religione per infondere odio.
Ma non è certo diffondendo generiche paure e odio verso gli altri che possiamo affrontare questo problema. Non è nella cultura del nostro Paese. Difatti, contrariamente ad altre nazioni, come Francia o Belgio, dove ritroviamo interi quartieri occupati da stranieri che vengono marginalizzati, la Svizzera ha da sempre adottato e sostenuto due importanti valori: l’accoglienza e l’integrazione. Proprio grazie all’integrazione siamo oggi in grado di dire che il fondamentalismo non ha trovato possibilità di svilupparsi. Ma questo lo ha pure confermato Ghiringhelli affermando che ora il problema non sussiste (non si vedono infatti dalle nostre parti persone che pregano sulla pubblica via) ma che lui vuole prevenirlo.
Tuttavia nella sua insistenza Ghiringhelli non si è accorto di usare i metodi degli estremisti che lui vorrebbe vedere in tutti i mussulmani. Difatti, in un comunicato successivo al voto in parlamento, ha lanciato una fatwa di condanna a morte, solo politica ben inteso. Ecco l’interessante passaggio: “I Ppd hanno votato a favore degli islamisti, che in tutti i Paesi islamici perseguitano e umiliano i cristiani e che nelle loro preghiere rituali offendono i cristiani, e dunque tanta dabbenaggine di fronte al pericolo n° 1 per l’Europa e per i cristiani va punita con la loro estinzione e la loro estromissione dalla scena politica cantonale, seguendo la scia del giornale della Curia”.
Già, i cristiani che, quando conviene, possono essere utili per la guerra santa contro gli stranieri! Non è la prima volta che viene sollevata, per pure propaganda e con l’intento di pescare voti tra i cattolici, la critica al Ppd reo di non seguire più l’ispirazione cristiana. Critiche inconsistenti visto che continueremo a far riferimento agli insegnamenti della Dottrina della Chiesa Cattolica. Ma vorrei pure ricordare che l’ispirazione cristiana non è una clava da usare per colpire i nemici ma è un incontro e ha origine più di 2000 anni fa con quello straniero che in Galilea ci ha insegnato, tra l’altro, l’amore e l’accoglienza e non l’odio verso nemici. E sono particolarmente fiero che i padri fondatori della nostra amata Patria hanno fatto grande tesoro di questi principi traducendoli nel concreto nei principi di sussidiarietà e di solidarietà. E solidarietà significa anche accogliere e integrare e non odiare ed escludere.

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