Spettacoli

Un po’ di cinema svizzero dopo il Lockdown

Parte la rassegna dedicata a film e documentari elvetici proposta dai quattro cineclub ticinesi

Delphine et Carole, insoumuses
3 settembre 2020
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Si è fatto attendere ma finalmente è arrivato, il tradizionale appuntamento con il cinema svizzero: la rassegna dei quatto cineclub cantonali – Circolo del cinema di Locarno, Circolo del cinema di Bellinzona, LuganoCinema93 e Cineclub del Mendrisiotto – partirà nei prossimi giorni. Annullata la scorsa primavera a causa del Lockdown, gli organizzatori hanno deciso di riproporla adesso con alcuni aggiustamenti.

Per i lungometraggi di finzione, presenti quattro dei cinque vincitori dei premi del cinema svizzero: 'Le milieu de l’horizon' di Delphine Lehericey con Laetitia Casta, l'interessante 'Baghdad in my Shadow' di Samir, 'Moskau einfach!' di Micha Lewinski e 'Der Büezer' di Hans Kaufmann (all'appello manca solo il pomposo 'Bruno Manser', ma non ne sentiamo la mancanza). Completano la rassegna 'Les particules' di Blaise Harrison e 'Tambour battant' di François-Christophe Marzal.

Per quanto riguarda i documentari, abbiamo due produzioni ticinesi molto interessanti: 'Moka noir' di Erik Bernasconi e 'Monsieur Pigeon' di Antonio Prata. Poi 'Citoyen Nobel' di Stéphane Goël dedicato a Jacques Dubochet, Premio Nobel per la chimica nel 2017; 'Gateways to New York' di Martin Witz. 'Alma nel Branco' di Agnese Làposi. E i due film che apriranno la rassegna lunedì prossimo, 7 settembre, al Gran Rex di Locarno: 'Délphine et Carole, insoumuses' di Callisto McNulty, preceduto dal cortometraggio 'Munsel signifie sortir de l'ombre' di Tristan Leyri, Karine Grenadin, documentario che illustra l'attività di un'associazione locarnese impegnata nell'aiuto a una scuola per ragazzi portatori di handicap in Nepal.

 

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