Spettacoli

Un Kicks per il teatro svizzero che guarda ai giovani

Presentato un bando di concorso per produzioni pensate a un pubblico dai 4 ai 10 anni. Con l'obiettivo di un festival che si terrà a Berna nel 2022

1 maggio 2020
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Unire le forze per il giovane pubblico: cinque realtà svizzere – Dampfzentrale e Teatro Schlachthaus di Berna, Théâtre Saint-Gervais di Ginevra, Tanzhaus di Zurigo, Lac e Fit – hanno unito le forze nel progetto Kicks! che sarà anche il nome del festival che si terrà, nel maggio del 2022, a Berna. Ma si parte già adesso con un concorso per produzioni di teatro e danza pensate per spettatori dai 4 ai 10 anni. «Avvertiamo la necessità di lavorare in questa direzione» ci spiega Paola Tripoli, direttrice del Festival Internazionale del Teatro che, con il Lac, è come accennato partner per la Svizzera italiana dell’iniziativa.
Il bando (lo si trova su www.fitfestival.ch) viene aperto in un momento particolare, con i teatri chiusi e le compagnie ferme. «Se ne stava ovviamente parlando da tempo, ma ci è sembrato il momento giusto per annunciarlo, per offrire delle risorse non solo economiche ma anche di tutoraggio e poi di distribuzione». Il tutto riservato a compagnie che non hanno mai pensato a questo pubblico: «Il bando si rivolge ovviamente alle compagnie emergenti ma non ci sembrava il caso di escludere gli altri artisti, per cui possono partecipare anche compagnie già attive, si chiede tuttavia che quella presentata sia la prima produzione per un pubblico giovane».

Si accennava alla necessità di sostenere un teatro per i più piccoli ma, pensando almeno alla scena ticinese, non sembra un settore così trascurato. «Sì, forse nella Svizzera tedesca e in quella francese questo tipo di attenzione non è così forte come da noi. Inoltre nel bando ci sono richieste specifiche: se si parla di progetti capaci di rivolgersi a pubblici delle tre lingue nazionali, si sta facendo un chiaro riferimento a una diffusione non legata alle regioni linguistiche». Per il Ticino Kicks! diventa quindi un modo per superare quel valico che ci separa dal resto della Svizzera.
La selezione dei progetti come avverrà? «Ci sarà una giuria internazionale: ogni partner del progetto ha selezionato le persone per la propria area linguistica, così che a giudicare saranno persone che conoscono le particolarità del teatro di ogni regione e al contempo abbiano un punto di vista internazionale».

Si tratta, riassume Paola Tripoli, «di un bando molto interessante, e non lo dico solo perché ne faccio parte: ci sono dei soldi che vanno ad aggiungersi a quelli che Città, Cantoni o Pro Helvetia possono mettere a disposizioni, il tutoraggio, lo spazio per le prove, la possibilità di avere visibilità internazionale, la partecipazione al festival».

Adesso il bando di concorso, aperto fino al 20 novembre; nel maggio del 2022 il festival a Berna. In mezzo? «Sono previsti appuntamenti collaterali di approfondimento come prove aperte, residenze artistiche, seminari, convegni… sta a ogni partner organizzarli». Per il Festival internazionale del teatro a cosa state pensando? «Se tutto va bene, al Fit avremo Tabea Martin, una coreografa svizzera molto interessante che proporrà al Lac uno spettacolo pensato proprio per il giovane pubblico». A fianco di questo spettacolo, «abbiamo l’intenzione di organizzare una sorta di convengo aperto, con Tabea che spiegherà come mai una compagnia che ha una circuitazione internazionale dedicata a un pubblico adulto decide di lavorare con i giovani, che cosa significa parlare di danza a un giovane pubblico».

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