Musica

Morte di un dadaista (in memoria di Mirko 'Zagor' Bertuccioli)

La metà de I Camilla's portato via dal coronavirus ricordato da Damiano Merzari, uno degli organizzatori del 'Buskers': 'Un tributo luganese, quando sarà'

'Grazie. Vi faremo sapere' (facebook Camilla's)
22 aprile 2020
|

«Tutti abbiamo una gran voglia di ricordarlo. È stato una di quelle persone per le quali ogni momento sarà buono per ricordarle. E sarà sempre il tempo per ricordarle». Abbiamo affidato a Damiano Merzari, uno dei quattro organizzatori del Lugano Buskers Festival, il ricordo di Mirko ‘Zagor’ Bertuccioli, che il coronavirus ha circuito dalla fine di febbraio fino alla metà di aprile. Fino a portarselo via per sempre, a 46 anni, dopo il ricovero in terapia intensiva all’Ospedale San Salvatore di Pesaro.

“Siamo originari di Pordenone, trasferiti sulla costa est di Pesaro”. Così Zagor aveva descritto i Camilla’s, fondati nel 2004 con Valerio ‘Toto’ Ondadei detto Ruben, nella prima apparizione tv a ‘Italian’s got Talent’ del 2015, dove i Camilla’s fanno il quasi botto, fermandosi solo alle fasi finali, grazie alle onomatopeiche ‘Bisonte’ e ‘Il gioco della palla’ tratte dall’album ‘Le politiche del prato’, autopubblicato per la propria, indipendente, etichetta I Dischi di Plastica. Quattro album in studio, il primo nell’anno di nascita (Everybody in the palco!), l’ultimo nel 2018 (‘Discoteca Rock’), nel 2015. Di lì in avanti gli album ‘Costa brava’ e ‘Tennis d’amor’.

'Grazie. Vi faremo sapere'

Tanta la musica dal vivo, rilanciata da quella vetrina televisiva in cui Zagor sosteneva alla grande il piccolo ‘caso geografico’ aperto da Claudio Bisio sul dove si trovi la costa ovest di Pesaro visto che ce ne sarebbe una est. “Mi sono perso già”, gli risponde Zagor, che alla fine della performance dice alla giuria “Grazie. Vi faremo sapere”. Sulla pagina facebook del Camilla's fan club si legge: “Era un uomo che dava un senso al nonsense. E che prendeva la comicità sul serio”.

In rete, tra selfie con lui ed estratti audio e video, ci sono anche immagini dagli studi di Rete Tre all'interno dei quali Mirko suona la melodica. «Carismatico, era una presenza potente. Aveva un modo di far ridere che io ho sempre definito ‘dadaista’» continua Merzari. In soldoni: ‘Diceva delle cose a caso e, non sapevi perché, ma quelle cose ti facevano ridere tanto» continua Merzari, «ma è un concetto più complesso di quel che sembri». Forti nel live, «nell’improvvisazione pura, partivano con una canzone e succedeva quel che succedeva. L’alchimia tra Toto e Mirko era l’elemento esplosivo. Io li avrò visti cinquanta volte e non ricordo un concerto simile ad un altro». Negli ultimi 5-6 anni, Zagor era presenza fissa al Busker ed eventi collaterali: «Veniva spesso, almeno tre o quattro volte l’anno. I Camilla’s erano la mascotte delle nostre serate». Proprio per questo, quando tempi e modi lo consentiranno, «a Lugano stiamo pensando di creare una ricorrenza tutta sua. Il prima possibile».

'Ma che diavolo sta succedendo?'

Un tributo al dadaismo. «Ma niente di che, anche solo per ritrovarci tutti ed ascoltarci i Camilla’s», dice Merzari riportando il pensiero della locale fan base, «anche solo per andare al parco a divertirci, com’era nel suo spirito». Come piaceva a lui: «Ne parlavamo proprio l’altro giorno: nei panni di dj YouTube, alla fine del Buskers dello scorso anno, Mirko aveva messo Rossini, giù in riva al lago; forse erano le nove di mattina, e la gente ballava; lui guardava la scena e si chiedeva “Ma che diavolo sta succedendo?”. Ogni volta che tornava – conclude Merzari – mi chiedeva se mi ricordavo quel momento, che per lui dev’essere stato più grande di qualsiasi cosa. E la cosa è reciproca, perché noi del Buskers ce lo ricordiamo come uno dei momenti più belli della nostra vita».

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE