Innocenti evasioni

Tanto pe' cantà (la 'Musica che unisce')

Dalla vodese Amandine Rapin al Bocelli pianobarista, gli artisti scaldano i cuori (anche a fini benefici). ‘Pe’ fa la vita meno amara’, come diceva Manfredi.

Losanna: Amandine Rapin dal vivo nel 'Balconcert' (Keystone)
1 aprile 2020
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Come potremmo definire la differente attitudine di due popoli nei confronti della musica nei giorni dell’innominabile virus? Con un titolo dell’agenzia di stampa: “Epidemia e musica. Losanna: concerto dal balcone, arriva la polizia”. Al tempo della musica da terrazzi e terrazzini, il pensiero va alla 27enne vodese Amandine Rapin, stellina del francese The Voice 2016 che sabato 28 marzo aveva dato appuntamento dal suo balcone per un ‘Balconcert’. Quaranta minuti di esibizione, non di più. La polizia non è arrivata sotto casa sua perché la brava Amandine avesse in repertorio una di quelle canzoni che meriterebbero l’arresto – ‘What’s up’ dei 4 Non Blondes, diciamocelo, non si può più sentire – bensì per l’effetto ‘Rooftop Concert’. Il 30 gennaio del 1969 a Londra, i Beatles già separati in casa dalla Nippona che il gruppo scompiglia* suonarono sul tetto della Apple Records bloccando tutta Savile Row. Ma nel 1987 pure gli U2, sul tetto di un negozio di liquori per il videoclip di ‘Where the streets have no name’, fermarono il traffico di Los Angeles. Altri tempi, tempi di serenità. Sebbene circoscritta.

La guerra dei mondi

Ieri, nessun pesce d’aprile. D’altra parte, nemmeno Orson Welles, che 81 anni fa s’inventò alla radio l’invasione degli alieni mandando nel panico gli americani, sarebbe riuscito a partorirne uno più grande di “Eih ragazzi, è arrivato un virus che ci sterminerà tutti”. La scorsa domenica gli statunitensi hanno avuto il loro ‘Live Aid’ del coronavirus condotto da Sir Elton John collegato da una delle sue molte residenze, lui che è sopravvissuto a una polmonite atipica (coronaelton?) durante il capitolo neozelandese dell’interminabile tour di addio.

L'‘iheart living room concert for America’, con raccolta fondi annessa, ha visto dal suo studiolo di casa Mariah Carey che ancora imita i gabbiani (‘sovracuti’, note altissime e anche un po' inutili), Dave Grohl dei Foo Fighters anch’egli dallo studiolo, Alicia Keys dal salotto, Billy Joe Armstrong dei Green Day dal salottino, Billie Eilish piena della consueta gioia di vivere (?) dal divano e molti altri, con nonno Elton a chiudere dalla cucina sul pianoforte dei figlioletti Zachary ed Elijah con ‘Don’t let the sun go down on me’, dedicata ai medici che fanno sì che il sole non tramonti sulle nostre teste. C'erano anche i Backstreet Boys adulti dalle rispettive ville a cantare ‘I want it that way’ grazie al potere del metronomo, l'aggeggio che ha permesso ai The Vad Vuc di unirsi a distanza per ‘Holloway Boulevard’, i Popes di Shane MacGowan pregevolmente rifatti in lingua irish-ticinese.

Coronatrash e beneficenza

Su change.org, in 300mila (curva in crescita) hanno già firmato la petizione ‘Cancellare i programmi di Barbara D’Urso’, un fermento prodotto dall’Eterno riposo recitato in diretta tv con Matteo Salvini. La Rai, invece, ha offerto ai melomani in cattività una cosa simile a quella statunitense, malgrado l’assenza di molti monumenti nazionali della canzone leggera sostituiti qua e là dal minimalismo di Gazzelle, Calcutta e del maestro Einaudi su uno dei suoi cinque strumenti (cfr. laRegione del 10.6.2017, solo per appassionati). Insieme a Tiziano Ferro (con apparente ritoccatina audio alla performance) e Cesare Cremonini (senza ritoccatina), c’erano anche Brunori Sas con ‘La verità’, Marco Mengoni col Bacharach di ‘What the world needs now’ e Riccardo Zanotti da Alzano Lombardo, leader dei Pinguini Tattici Nucleari, con la sua ‘Bergamo’, città dal “peso di un accento troppo spiccato”, un blues dalla doppia dichiarazione d’amore, a una donna e alla città, che si chiude così: “Ti porto in centro e forse capirai che cosa intendo quando ti dico che sei bella come casa mia”.

In una gara senza vincitori perché il tutto era finalizzato a raccogliere fondi per la Protezione Civile, premiamo simbolicamente Andrea Bocelli che dalla sua casa di Forte dei Marmi, in versione pianobarista qual’è stato agli esordi (sino a quando gli chiesero di provinare ‘Miserere’ affinché Pavarotti potesse ascoltarla) ha snocciolato un medley con ‘Tre settimane da raccontare’ di Fred Bongusto, ‘Una lunga storia d’amore’ di Gino Paoli, ‘Domenica bestiale’ di Fabio Concato e ‘Più su’ di Renato Zero: “Chiedo scusa agli autori se ho sbagliato le parole e gli accordi, avevo 18 anni quando le suonavo”. A parte il pianoforte scordato di Tommaso Paradiso, ‘Musica che unisce’ a tratti ha commosso. Come sul finale del giovane chitarrista Jacopo Mastrangeli, nel fantascientifico vuoto di Piazza Navona a suonare – visto che il Maestro in questi giorni non vuole farlo – ‘Deborah’s theme’ da ‘C’era una volta in America’.

Perché la Resega resti un tempio del pop

‘Mola mia’ (Non mollare) gridano a Brescia; ‘Rinascerò, rinascerai’ canta il bergamasco Roby Facchinetti, l'unione di due città da sempre rivali ma capaci di produrre uno striscione cumulativo Brescia-Atalanta, due tifoserie che calcisticamente si sono sempre augurate il peggio, ora legate dallo stesso dolore. Quanto ancora reggerà il canto italico a fortificare gli animi? E soprattutto: non è che poi la Siae chiederà ai condomini il pagamento dei diritti di esecuzione di ‘Azzurro’? Quanto durerà il darsi forza ticinese nei giorni in cui la Resega, che molti dei cantanti di cui sopra hanno onorato, si dice farà spazio ai morti?

Finiamo come avevamo cominciato, sforzandoci di scovare il buon umore dove si nasconde, anche quando sembra invisibile. Finiamo con Amandine: “Mi è andata bene, non mi hanno inflitto nessuna sanzione” dice la cantante, che a scanso di equivoci, nel rispetto delle regole del traffico e in risposta a chi le chiede a quando il prossimo Balconcert, si rifà alla canzone italiana, citando Claudia Mori: “Non succederà più”.
 
* “La Nippona che il gruppo scompiglia”: Yoko Ono per gli Elio e le Storie Tese

 

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