Spettacoli

I testi di Sanremo, dalla 'A' di Achille alla 'T' di Tosca...

... passando per la 'E' di Elettra (Lamborghini). Come ogni anno, ma solo dal 1983, foto di gruppo per 'Sorrisi' e parole in anteprima. Le abbiamo lette.

Sull'omonima auto, premio 'In tutti i luoghi in tutti i laghi' per il testo di 'Musica (e il resto scompare)'
28 gennaio 2020
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Si deve sapere che la copertina di Sorrisi e Canzoni Tv, settimanale che ogni anno anticipa i testi dei brani in gara all’imminente Festival della Canzone Italiana, mostra la foto di gruppo dei cantanti solo dal 1983. Nel 1982, infatti, la presenza in copertina del solo Riccardo Fogli, poi vincente con ‘Storie di tutti i giorni’, valse al direttore accuse di connivenza. Dall’anno successivo, l’antipolemico ‘Cheese!’ per tutti.

Eccola, dalla ‘A’ di Achille (Lauro) alla ‘T’ di Tosca, la letteratura sanremese di un Festival 2020 che dosa in parti uguali incazzature tipiche del mondo rap, amore in salsa varia e l’introspezione degli artisti che ritrovano se stessi. Accade in ‘Il confronto’, dove Marco fa pace con Masini dopo essersi detto in faccia “Un po’ ti odio e un po’ ti amo”; accade in ‘Nell’estasi o nel fango’, dove Michele dice a Zarrillo “Ho voglia di guardarti dritto in faccia” (e, testualmente parlando, pare non abbia molto più da dirgli); e accade con Irene, “disordinata come una risata”, che dice a Grandi ‘Finalmente io’ in un brano Curreri-Rossi dove Rossi è Vasco. Anche la sopraccitata Tosca fa bilanci in ‘Ho amato tutto’ (“Oggi sono questa faccia, questa carne e queste ossa”).

Capitolo logorroici. Si sono messi in sei per partorire ‘Me ne frego’, l’Achille Lauro che cita la Gianna (“St’amore è panna montata al veleno”) in un testo di ben 95 righe; si sono messi in sette per ‘No grazie’ di Junior Cally, del quale è ora pubblico il passaggio sui due Mattei, il “razzista che pensa al Paese ma è meglio il mojito” e “il liberista di centro sinistra che perde partite e rifonda il partito”. Senza freni anche Anastasio che in ‘Rosso di rabbia’ diventa Il Sabotatore (“Come ti senti? Disinnescato”) e Rancore, l’anno scorso con Daniele Silvestri, che dall’Ipad indietro sino al giardino di Adamo ed Eva – dove “quando c’era la festa non serviva l’invito” – ci racconta la storia dell’umanità in ‘Eden’ ispirato dalla mela di Newton (credeteci, è un gran bel testo). È mito greco anche in ‘Andromeda’, Mahmood che scrive per Elodie (ma non sapremmo cosa citare).

L’amore è cosa per Gabbani (e Pacifico) in ‘Viceversa’, dove la metrica è già orecchiabilità; è amore in ‘Gigante’, quello di Piero Pelù per il nipotino, e in ‘Voglio parlarti adesso’, quello di papà Paolo Jannacci per la figlia. Meglio l’amore di Giordana Angi in ‘Come mia madre’ (“Nel tuo sorriso mi sentivo apposto”). Le parole più belle sono di Morgan-Bugo nella lezione di vita ‘Sincero’ (tutte, senza virgolette); un piccolo brivido semplicemente pop sta in ‘Ringo Starr’ dei Pinguini Tattici Nucleari (“In un mondo di John e di Paul io sono Ringo Starr”), l’ammissione di normalità di chi non nasce eroe.

Con il cuore alla ticinese Rita Pavone di ‘Niente (Resilienza 74)’, dove 74 sono gli anni, chapeau (“Picchia più forte, non lo vedi che sto in piedi”), eccoci al clou: Elettra Lamborghini dice a ‘Sorrisi’ che ‘Musica (e il resto scompare)’ parla “dell’importanza della musica e quindi la sento mia”. E noi, con perle come “Innamorata di un altro cabròn, esta es la historia de un amor”, le conferiamo il nostro Premio ‘In tutti i luoghi in tutti i laghi’ per il 2020.

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