Spettacoli

Captain Marvel, la prima vendicatrice

Finalmente un cinefumetto che supera gli stereotipi maschili del genere. Ed è pure un bel film.

Brie Larson (© Disney/Marvel)
9 marzo 2019
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Chissà se anche ‘Captain Marvel’ di Anna Boden e Ryan Fleck figurerà tra i candidati all’Oscar per il miglior film, come accaduto quest’anno a ‘Black Panther’. Le due produzioni sono spesso accomunate in quanto prime aperture a un pubblico più ampio del Marvel Cinematic Universe – la serie di film e serie tv sui supereroi della Marvel, iniziata con Iron Man e proseguita con Thor, Hulk, Captain America, Spider-Man e via elencando.

Se ‘Black Panther’ è il primo film con protagonista e squadra di realizzatori afroamericani, ‘Captain Marvel’ è il primo cinefumetto al femminile. Tuttavia è forse più utile un paragone, meglio farlo con ‘Captain America – il primo Vendicatore’ di Joe Johnston. Ma prima, a uso e consumo degli spettatori poco interessati alla saga supereroistica e alle sue dimensioni sociali, qualche parola sul film. Che è un bel film (anche se forse non da Oscar, ma neanche ‘Black Panther’ lo era); soprattutto un film che possono apprezzare anche i non appassionati del genere: sceneggiatura ben scritta e similfantascientifica, indulgendo il giusto sui cliché del caso (e anzi a tratti giocandoci con garbo, vedi il duello finale), personaggi ben caratterizzati e interpretati con convinzione, regia valida, un po’ di nostalgia anni Novanta (il film è ambientato nel 1995), giusta dose di umorismo, riferimenti al Marvel Cinematic Universe non fastidiosi. Adattamento italiano un po’ imbarazzante, ma ormai ci si è fatta l’abitudine.

Protagonista del film è Carol Danvers – l’attrice premio Oscar, e Pardo d’oro a Locarno nel 2013, Brie Larson –, pilota di caccia che in seguito a un incidente perde la memoria e si ritrova arruolata nella Starforce, gruppo militare d’élite dei Kree guidato da Yon-Rogg (Jude Law), popolazione aliena in guerra con i mutaforma Skrull. Catturata nel corso di una battaglia, Carol Danvers ritorna sulla Terra dove, oltre a recuperare la propria memoria e identità, diventa la supereroina più potente dell’universo Marvel e incontra la spia Nick Fury (il sempre ottimo Samuel L. Jackson ringiovanito digitalmente).
Dandogli l’ispirazione per il progetto Avengers – il che ci riporta al già citato film di Capitan America del 2011 con il quale si era delineato il progetto del Marvel Cinematic Universe, passando da singoli film a una vera e propria saga. Ora, senza nulla togliere al personaggio – che ha una sua complessità e dignità poi venuta fuori negli anni –, quel film ben rappresenta tutti gli stereotipi del genere, poi riconfermati negli altri film. Per dirla con una battuta: se siete disorientati da tutti i personaggi strani, basta ricordarsi che l’eroe è sempre il ragazzo bianco. E l’eroina è quella con la scollatura e inquadrata di profilo, così che si veda il culo. E teniamo presente che i cinefumetti, più di altri media, plasmano il nostro immaginario collettivo.

Ecco, la vera novità di ‘Captain Marvel’ non è l’avere una protagonista femminile; è l’aver superato questa visione che iniziava ad annoiare anche gli spettatori maschi. Sperando che il tutto valga anche per i prossimi film della Marvel.

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