Spettacoli

Il senso della bellezza, e del cinema, del Cern

Nelle sale ticinesi il documentario Valerio Jalongo sul più grande laboratorio di fisica delle particelle

©First Hand Films
12 aprile 2018
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‘Cern – Il senso della bellezza’ non è un documentario di divulgazione scientifica: chi vuole conoscere la storia del più grande laboratorio di fisica delle particelle, approfondire la scoperta del bosone di Higgs e il funzionamento del Large Hadron Collider o apprendere le ricadute pratiche della ricerca di base non potrà che uscire deluso dalla sala. Il film di Valerio Jalongo non mira a raccontare né i risultati della scienza, né il metodo, temi che vengono semplicemente accennati nei 75 minuti del documentario.

È la scienza come grande opera umana, a interessare Jalongo. Il Cern viene raccontato narrandone innanzitutto la bellezza e gli ideali che ci stanno dietro, come se fosse un’opera d’arte.

Il film si gioca proprio su questo doppio binario: da una parte gli scienziati – con interviste su temi come la bellezza e l’immaginazione –, dall’altra artisti con le loro opere e creazioni. Non per mostrare che alla fine scienza e arte dicono le stesse cose, o che addirittura gli artisti quelle cose le capiscono e dicono meglio – come purtroppo capita in molti “incontri” tra scienza e arte –, ma che motivazioni e ideali sono gli stessi. Un approccio che non sarebbe dispiaciuto al grande fisico Richard Feynman, convinto che la scienza non potesse che aggiungere, e mai togliere, all’emozione e alla meraviglia.

Certo, tra immagini spettacolari – il documentario è visivamente notevole – si perde la specificità di questa opera umana rispetto alle altre, ma quello può sempre arrivare dopo – magari proprio dopo la proiezione, visto che domani al Palacinema di Locarno e all’Arena di Lugano sarà presente, oltre al regista, un fisico del Cern.

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