Sanremo

Caro Claudio, 'Stiamo Tutti bene'

Fra i vincitori di Sanremo il più vincitore per noi è Mirkoeilcane, ma qualità hanno regalato pure Ron e Gazzè e soprattutto lui, il Dittatore artistico

11 febbraio 2018
|

Sfilano i big sulla televisione italiana, mentre chiudiamo la pagina davanti al maxi-schermo del Roof, ora che il direttore artistico, inseguito dal consueto torpedone umano, è volato via (‘Via’, altre canzoni, anche qui a destra). Di parole, opere, omissioni e vestiti abbiamo già scritto in questi giorni. Così come della vittoria annunciata di Ermal Meta e Fabrizio Moro. Di quel terzo di canzone identico ad un’altra, c’è chi ha detto “allora prendo la scena del burro di Bertolucci e ci allestisco intorno un altro film“. Parziale verità, se il regolamento (tristemente) lo consente.

Ci sembra più vincitore Mirkoeilcane, il 31enne romano che in 7 giorni ha preso più premi di chiunque altro, lo inquadrano adesso. Il suo è il miglior testo del Festival, Big compresi. Per la proprietà transitiva, meglio di quello di Lucio Dalla, in gara virtualmente con ‘Almeno pensami’ per voce di un Ron semplicemente perfetto. Quando viene a ritirare il Premio Mia Martini, qualcuno chiede a Mirko della vecchia storia di far gareggiare insieme Big e Giovani. «Come potrei essere in gara vicino a gente come Vecchioni?», risponde lui. Di come si possano denunciare i mali del mondo da soli, senza gonfiare le vene del collo e senza facce di circostanza avevamo già scritto («Fatelo premiare da Salvini!» aveva gridato qualcuno ieri dal fondo della sala).

Il Festival 2018 ha la qualità di Gazzé e l’ordine mentale del migliore di tutti. Nella conferenza stampa appena terminata si chiede (udite udite) a Claudio Baglioni di dar conto delle canzoni «fatte cantare» agli ospiti. Il direttore artistico risponde che «‘Poster’ è il brano preferito del papà di Giuliano (Sanrgiorgi, ndr), ‘Avrai’ me l’ha chiesta Laura (Pausini, ndr), ‘Strada facendo’ me l’hanno chiesta Pezzali, Renga e Nek, che la stanno incidendo, ed ‘E tu’ è una richiesta di Fiorello. Avrei dovuto dire di no?». Baglioni ha riportato ‘la musica al centro’, e la musica ha riportato al centro Baglioni, ridotto a “Quella sua maglietta fina“ da chi ha problemi a mettere insieme 2 note di fila senza chiedere al computer. E se proprio la maglietta andasse stretta, gli si riconosca la scelta di Pierfrancesco Favino, da cui il monologo sullo straniero e l’effetto-cascata Mannoia-Fossati, dal sano e onesto, e dovuto, groppone in gola.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔