Società

Quanto a cultura, gli svizzeri ci vanno coi piedi di piombo

Un terzo dei confederati intervistati per un sondaggio commissionato da Ufc e Cdac non riprenderanno le visite culturali se non a crisi sanitaria superata.

Con prudenza (Keystone)
21 settembre 2020
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Un terzo della popolazione svizzera intende riprendere le visite culturali soltanto a crisi legata al coronavirus completamente superata. È quanto emerge da un sondaggio realizzato a fine agosto, commissionato dell'Ufficio federale della cultura (Ufc) e dalla Conferenza dei delegati cantonali agli affari culturali (Cdac). A inizio giugno, soltanto un quarto della popolazione la pensava così, stando a una nota diffusa oggi dall'Ufc. Dal sondaggio emerge anche un ampio consenso per le misure di protezione introdotte e per il sostegno pubblico al settore della cultura. Se a inizio giugno il 24% degli intervistati era pronto a visitare istituzioni o manifestazioni culturali senza grandi preoccupazioni, a fine agosto la percentuale è scesa al 18%. Nell'ultimo sondaggio, il 42% degli intervistati ha inoltre dichiarato di non voler riprendere le visite culturali prima del 2021, contro il 22% del primo sondaggio.

La nota mostra alcune differenze nel tipo di offerta culturale: mentre il 36% degli intervistati dice di non voler visitare un museo o una mostra prima del 2021, la percentuale riguardante spettacoli dal vivo (concerti, rappresentazioni teatrali o di danza) è del 43%. Rispetto a tre mesi fa la richiesta di misure di protezione è ora più marcata. A inizio giugno, il 36% della popolazione era favorevole all'obbligo d'indossare la mascherina negli spazi chiusi, mentre ora la percentuale è salita al 65%. Si registra anche un forte incremento (dal 25 al 43% ) del consenso per l'obbligo di registrare gli ospiti di eventi pubblici in elenchi specifici. Queste misure – scrive l'UFC – sono maggiormente accettate dai più anziani, ma hanno avuto un riscontro favorevole anche fra i giovani.

Settore culturale 'a rischio'

Fra chi nella scorsa stagione era abbonato o membro di un'istituzione culturale – il 18% delle persone intervistate – solo il 46% dice di voler rinnovare l'abbonamento. Il 43% degli attuali abbonati intende invece ridurre la spesa per gli abbonamenti o non affrontarla affatto. Dal sondaggio emerge inoltre che l'86% degli intervistati considera a rischio il settore culturale. Per il 41% lo è in parte o significativamente più di altri settori. La percentuale di coloro che considerano il settore culturale più a rischio rispetto ad altri settori professionali è sensibilmente maggiore nella Svizzera francese (51%) e italiana (48%) rispetto a quella tedesca (37%). Il sondaggio è stato condotto dall'agenzia "L’Oeil du Public (Suisse)" tra il 20 agosto e il 2 settembre 2020 su un campione rappresentativo composto da 1197 persone in tutta la Svizzera. ATS/RED

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