Società

Piero Angela, quaranta anni col paranormale

Ieri al Salone del libro il popolare giornalista ha presentato la nuova edizione del suo saggio del 1978

Massimo Polidoro e Piero Angela © Roberta Baria
14 maggio 2018
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Un po’ sconforta, notare l’attualità – quarant’anni dopo la prima pubblicazione – di ‘Viaggio nel mondo del paranormale’ di Piero Angela, versione scritta dell’inchiesta televisiva in cinque puntate realizzata da Angela nel 1978 per la Rai. Sconforta perché, per quanto con modalità diverse, sogni premonitori, telepatia, telecinesi, spiritismo continuano a essere “realtà misteriose ma, tutto sommato, indiscutibili”, per citare Massimo Polidoro, segretario del Cicap – il Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze nato proprio su iniziativa di Piero Angela – che ha adesso ripubblicato il saggio in versione aggiornata. Forse non capita più che, come accaduto a Mike Bongiorno, si nascondano le risposte al presentatore di un quiz per paura che un concorrente sensitivo le possa leggere nella mente, ma abbiamo comunque un discutibile documentario sul medium svizzero Pascal Voggenhuber trasmesso dalla Rsi giusto settimana scorsa.

Sono insomma molti i motivi per leggere o rileggere il saggio di Piero Angela, che è la prima inchiesta critica sulla parapsicologia mai realizzata in Italia. E qui va subito chiarito che cosa si intende con “inchiesta critica” perché certo Piero Angela è scettico nei confronti dei fenomeni paranormali, ma non è lo scettico prevenuto che liquida con un’alzata di spalle un fenomeno misterioso. Perché il vero scettico non è quello che non crede, ma quello che cerca la verità, che vuole capire. Come ha ricordato lo stesso Angela ieri al Salone del libro di Torino dove ha presentato la nuova edizione del saggio, si tratta di «tenere la mente aperta, ma non così aperta che il cervello caschi per terra».

Oltre la scienza

La trasmissione e poi il libro non passarono inosservati: «Non dico le critiche, ma le minacce incombenti: la sera quando rientravo strisciavo contro i muri perché per alcune persone era come aver sconsacrato la loro religione» ha ricordato Piero Angela.

Restando alle critiche, un’accusa già usata all’epoca era quella di “scientismo”. Ed è curioso perché nell’indagare i fenomeni paranormali in realtà Angela va, a suo modo, oltre la scienza. O quantomeno oltre gli scienziati che spesso vengono ingannati da presunti sensitivi, dichiarando autentici fenomeni che poi si sono rivelati dei trucchi. Il fatto è che le molecole, al contrario degli uomini, non ingannano: e così basta un complice che, non visto, sposta col dito l’ago dell’oscillografo per disorientare scienziati abituati all’onestà di protoni ed elettroni.

Visto che gli scienziati non sono pratici di inganni, occorre la collaborazione di chi invece se ne intende: i prestigiatori come l’italiano Silvan. I quali, anche senza svelare il trucco sul quale vige in genere un comprensibile riserbo, possono comunque riprodurre il fenomeno paranormale mostrando che non c’è nulla di sovrannaturale – per quanto ci sarà sempre quello convinto che il prestigiatore abbia davvero poteri psichici, magari senza saperlo.

È questo un punto di forza del saggio di Piero Angela: non limitarsi a studiare il singolo fenomeno, ma spiegare anche il metodo corretto per indagarlo e comprendere le dinamiche che stanno dietro certe credenze. Perché la vera sfida per un divulgatore scientifico non è trasmettere conoscenze, ma dare la possibilità alle persone di sviluppare il senso critico.

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