Società

Le estate bollenti saranno la normalità

(Samuel Golay)
10 agosto 2017
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Nel sud dell’Europa la morsa del caldo rovente si sta allentando, ma ad estati anche più 'bollenti' di questa forse dovremo abituarci. Senza un freno deciso al riscaldamento globale, in futuro il Vecchio continente potrà subire regolarmente ondate di caldo che arriveranno a toccare punte di 55 gradi percepiti.

A suggerirlo è uno studio guidato dal ricercatore italiano Simone Russo, dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, pubblicato dal Joint Research Centre della Commissione europea su Scientific Reports. Lo scenario scaturisce da un’analisi sull’interazione tra umidità e calore: le proiezioni sviluppate, a seconda di vari modelli climatici, non riguardano quindi la sola temperatura, ma anche quella percepita in base all’umidità.

Secondo i ricercatori ondate di caldo oltre 40 gradi, amplificate da un’alta umidità, potrebbero verificarsi anche ogni due anni, con seri rischi per la salute dell’uomo, soprattutto nell’Asia orientale e nella costa orientale americana. Questo è lo scenario previsto con un aumento di 2 gradi della temperatura del globo rispetto ai livelli preindustriali, obiettivo dell’accordo sul clima di Parigi.

Ma se la 'febbre' del pianeta continuasse a galoppare, i ricercatori stimano che con un aumento di 4 gradi potrebbero verificarsi regolarmente in molte parti del mondo, Europa compresa, delle super ondate di calore anche oltre i 55 gradi percepiti. Una soglia che i ricercatori considerano 'critica' per la sopravvivenza umana.

Combinato con la forte umidità il caldo può essere infatti molto pericoloso: impedisce al corpo umano di 'raffreddarsi' con la sudorazione e può portare a ipertermia. Di conseguenza col 'global warming' senza freni saranno moltissime le persone a rischio di colpi di calore, soprattutto nelle aree densamente popolate di Cina, India e Stati Uniti. Le conseguenze non saranno più lievi per l’Europa. Un altro studio, recentemente pubblicato su Lancet, ha evidenziato che entro fine secolo la salute di due europei su tre sarà messa a rischio da disastri climatici e tra questi in primis ci sono proprio le ondate di calore.

Il sud dell’Europa per il momento tira un sospiro di sollievo. Sta appena uscendo dall’ennesimo picco di caldo di quest’estate, mentre Oltreoceano le condizioni climatiche stanno mettendo le basi per una stagione da record di uragani. La tempesta Franklin, toccando le coste del Messico, è stata appena riclassificata uragano. È il primo di una stagione che si prospetta particolarmente intensa. Secondo le previsioni della Noaa, l’agenzia meteo statunitense, quest’anno sono attese dalle 14 alle 19 tempeste tropicali, di cui da 5 a 9 potrebbero trasformarsi in uragani e da 2 a 5 in forti uragani. La stagione, spiega l’agenzia, potrebbe essere "estremamente attiva", anzi, potrebbe rivelarsi "la più attiva dal 2010". C’è infatti il 60% di possibilità che si verifichino eventi "sopra la media".

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