Scienze

Lockdown: noia e paura del contagio per i vulnerabili

Analizzate dall'Università di Palermo le reazioni umane (un campione) durante la Fase Due. Chi è capace di elaborare fantasie positive se la passa meglio

20 ottobre 2020
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Un gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze psicologiche, pedagogiche, dell'esercizio fisico e della formazione (SppeffF) dell'Università di Palermo ha condotto uno studio sugli effetti psicologici conseguenti all'isolamento sociale durante il lockdown dovuto all'emergenza sanitaria da Covid-19, che evidenzia l'importanza di specifici programmi di trattamento psicologico per migliorare il controllo dell'ansia da contagio e promuovere il benessere. La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica internazionale Frontiers in Psychology, ha analizzato un campione di 301 soggetti, di età tra i 18 e i 57 anni, nel periodo compreso tra il 7 e il 18 maggio 2020, relativo alla prima settimana della fase due del lockdown, indagando le relazioni esistenti tra il nevroticismo, un tratto della personalità associato a instabilità emotiva, e alcuni correlati psicologici tra i quali la noia, il fantasy engagement ovvero la tendenza dei soggetti a fantasticare, il time management ovvero la capacità di gestire il proprio tempo e la paura del contagio. I risultati dell'indagine evidenziano come soggetti emotivamente vulnerabili e tendenti a fantasie negative abbiano sperimentato un maggior senso di noia e una maggiore paura di un'infezione da SARS-CoV-2. Viceversa, individui capaci di elaborare fantasie positive e di gestire adeguatamente il tempo hanno manifestato meno noia e minor timore di contagio. È altresì emerso l'importante ruolo di mediatore delle strategie di time management nell'associazione tra la noia e la paura del contagio. "Lo studio - spiegano i ricercatori - conferma l'importanza, già avvalorata dal governo nazionale, di avviare azioni di sostegno psicologico delle persone caratterizzate da alti livelli di nevroticismo per contrastare gli effetti negativi, come ad esempio ansia e depressione, correlati a una maggiore esposizione allo stress per effetto delle doverose azioni d'isolamento e/o distanziamento sociale imposte per limitare il propagarsi della pandemia ancora in corso".

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