Scienze

'L'uso dell'intelligenza artificiale deve essere trasparente'

Per la Fondazione per la valutazione delle scelte tecnologiche, tutti devono sapere quando stanno interagendo con un computer o un essere umano

Il direttore dell'Istituto dalle Molle Gambardella tra alcuni robot
15 aprile 2020
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Se le istituzioni o le aziende intendono utilizzare l'intelligenza artificiale (IA) devono farlo seguendo regole chiare, comprensibili e nel nome della trasparenza. È questa la raccomandazione della Fondazione per la valutazione delle scelte tecnologiche (TA-SWISS), contenuta in uno studio sull'argomento. L'intelligenza artificiale è un importante motore del cambiamento digitale e viene utilizzata in sempre più settori. "Cittadini, consumatori e dipendenti devono essere informati nel modo più cristallino possibile sull'uso dell'IA nei loro rapporti con lo Stato, le imprese o il datore di lavoro", si legge nello studio pubblicato oggi.

Ad esempio, l'impiego di un sistema di IA dovrebbe essere reso chiaro e facilmente identificabile, in modo che tutti gli interessati sappiano di stare interagendo con un computer e non con un essere umano. Inoltre, stando agli autori, le decisioni importanti, riguardanti delle persone, non dovrebbero essere lasciate nelle mani di un'intelligenza artificiale, senza soppesare i pro e i contro.

Una unica legge sarebbe inappropriata 

I sistemi più avanzati possono svolgere attività attualmente compito di professionisti appositamente formati come, in medicina, la valutazione di risonanze magnetiche e radiografie. A causa del vasto campo d'applicazione però, secondo la fondazione non si possono esaminare globalmente possibilità e rischi di un'IA. La creazione di una legge unica ad hoc sarebbe dunque inappropriata. Per regolare i problemi e gli sviluppi indesiderati bisogna basarsi su norme e ordinanze esistenti, oppure su misure volontarie, sottolinea TA-SWISS.

La ricerca esamina l'uso dell'IA negli acquisti, nei media, nel mondo del lavoro, nell'istruzione e da parte delle autorità. In particolare, l'impiego da parte degli attori statali deve sottostare a diverse esigenze, per evitare che i diritti fondamentali dei cittadini siano violati. Tuttavia, al momento, le agenzie governative svizzere usano raramente l'intelligenza artificiale.

Nell'ottica professionale, tale strumento spalanca le porte a vantaggi per il personale che, grazie a un'efficienza aumentata, può vedersi ridotto l'orario di lavoro. Per evitare la temuta perdita di impieghi, è però necessario promuovere la formazione e la specializzazione nell'IA.

Nel campo dell'istruzione, possibili benefici sono l'analisi delle competenze degli studenti e la proposta di opzioni educative. Le università dovrebbero invece essere responsabili di trasmettere la conoscenza delle capacità dell'IA, ma anche dei limiti. Inoltre, gli atenei devono farsi carico di sviluppare standard etici per la ricerca e l'uso in questo ambito.

Lo studo dell'Uni di Zurigo 

Lo studio, condotto da ricercatori dell'Università di Zurigo e del Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca (Empa) con la collaborazione di colleghi austriaci, ricorda inoltre che chi effettua shopping su Internet entra già inevitabilmente in contatto con l'intelligenza artificiale. Gli utenti sono sempre più consapevoli del valore dei propri dati, ma per le società è difficile conciliare la personalizzazione con la privacy. Stando agli esperti, provvedimenti promettenti per conquistare la fiducia dei clienti sono la possibilità di un controllo, il diritto di cancellare informazioni e la trasparenza riguardo all'uso dell'IA.

Intelligenza artificiale e algoritmi determinano sovente quali contenuti vengono visualizzati sulle piattaforme mediatiche. TA-SWISS mette in risalto che i gestori devono chiarire cosa appare a causa dell'utilizzo di sistemi di questo tipo. Da parte sua, la Confederazione dovrebbe sensibilizzare l'opinione pubblica sulle fake news create con l'aiuto di un'IA.

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