Scienze

Coronavirus, occhio a paracetamolo e sostanze naturali

Il farmaco allevia i sintomi, ma ha effetti tossici sul fegato già a dosi tutto sommato basse. E i trapianti urgenti in questo periodo sono difficili.

Con parsimonia
4 aprile 2020
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Assunto in eccesso rispetto alle dosi consigliate, il paracetamolo può causare gravi danni al fegato. Con i trapianti praticamente fermi a causa della pandemia di Covid-19, gli specialisti mettono sull'attenti i consumatori.

L'uso improprio del paracetamolo può avere conseguenze fatali, osserva Thierry Berney, capo del reparto trapianti degli Ospedali Universitari di Ginevra (Hug). Le raccomandazioni dei farmacisti e dei medici devono quindi essere rigorosamente rispettate.

Effetti tossici sul fegato

La preoccupazione dello specialista e dei suoi colleghi dell'Hug è aumentata in seguito all'acquisto massiccio da parte della popolazione di questo prodotto. In caso di sintomi influenzali, il paracetamolo rappresenta infatti un'alternativa efficace ai farmaci antinfiammatori non steroidei che non sono raccomandati a causa del loro effetto potenzialmente dannoso sull'evoluzione dell'infezione da coronavirus.

A dosi limitate, il paracetamolo può alleviante i sintomi, ma non modifica il decorso della malattia, sottolinea Berney. D'altra parte, i suoi effetti tossici sul fegato, già a dosi abbastanza basse, sono noti da anni.

Le conseguenze

E in caso di gravi danni a quest'organo, è necessario un trapianto urgente. Tuttavia, gli HUG hanno sospeso i trapianti per non sovraccaricare i reparti di terapia intensiva, che si trovano già in una situazione critica a causa del coronavirus. E in Svizzera solo alcuni interventi del genere sono stati eseguiti. L'individuazione dei donatori di organi è poi notevolmente rallentata.

Attenzione anche alle sostanze naturali

L'avvertenza da un consumo eccessivo di paracetamolo vale anche per i medicinali naturali venduti su Internet. Questi prodotti a base di erbe possono contenere importanti quantità di sostanze attive potenzialmente tossiche. Il famoso "Shuanghuanglian" che circola sui social network potrebbe potenzialmente portare a un'insufficienza epatica.

Come per tutti i medicinali, l'uso di trattamenti basati sulla medicina tradizionale cinese deve essere controllato da un medico o da un farmacista. Infine, i farmaci venduti sul mercato nero o su Internet dovrebbero essere vietati. Attualmente non ci sono medicamenti che hanno dimostrato un reale efficacia sul coronavirus, sia nella prevenzione che nel trattamento, ha spiegato Berney.

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