Scienze

I venti cambiano con la riduzione del buco nell'ozono

Dal 2000 la circolazione d'aria nell'emisfero meridionale ha smesso di esapndersi verso il Polo

27 marzo 2020
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Washington - La riduzione del buco nell'ozono sta bloccando i cambiamenti nella circolazione dei venti dell'emisfero australe che stavano influenzando il clima di Sud America, Africa e Australia.

Questo grazie al protocollo di Montreal, un trattato internazionale che ha gradualmente eliminato l'uso di sostanze chimiche che riducono lo strato di questo gas nell'atmosfera. Lo indica la ricerca pubblicata su Nature da un gruppo guidato da Antara Banerjee, dell'università del Colorado Boulder e dell'Agenzia americana per l'atmosfera e gli oceani (Noaa).

"Questo studio si aggiunge alle crescenti prove che dimostrano la profonda efficacia del protocollo di Montreal" rileva Banerjee.

Il buco dell'ozono, scoperto nel 1985, si forma ogni primavera nella fascia alta dell'atmosfera sopra l'Antartide. La riduzione del gas raffredda l'aria, rafforzando i venti del vortice polare, influenzando i venti fino allo strato più basso dell'atmosfera terrestre. Precedenti studi avevano collegato questo fenomeno ai cambiamenti climatici nell'emisfero australe, in particolare alle precipitazioni in Sud America, Africa orientale e Australia, e ai cambiamenti quelli delle correnti oceaniche.

Il protocollo di Montreal del 1987 ha gradualmente eliminato la produzione di sostanze che distruggono l'ozono, come i clorofluorocarburi. A partire dal 2000, le concentrazioni di tali sostanze chimiche nell'atmosfera hanno iniziato a diminuire e il buco dell'ozono ha cominciato a ridursi.

La ricerca dimostra, grazie a una simulazione al computer, che intorno al 2000, anche la circolazione dell'emisfero meridionale ha smesso di espandersi verso il polo. "La sfida - ha detto Banerjee - era anche dimostrare la nostra ipotesi, cioè che la riduzione del buco dell'ozono stia effettivamente bloccando i cambiamenti nella circolazione atmosferica nell'emisfero australe".
 
 

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