Scienze

Scoperto in un albero il meccanismo della longevità

L'organismo vivente più antico ha cinquemila anni ed è una pianta. Permetterà di capire come si è evoluta la telomerasi, enzima chiave della lunga vita

18 novembre 2019
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È una pianta, il Pinus longaeva, l'organismo vivente più antico: ha 5000 anni e permetterà di capire come si è evoluta la telomerasi - l'enzima chiave della longevità - dagli organismi unicellulari all'uomo. Lo spiegano sulla rivista dell'Accademia delle scienze americane (Pnas) i ricercatori dell'università statale dell'Arizona, guidati da Julian Chen.

La telomerasi è stata isolata per la prima volta in un organismo unicellulare che viveva nella schiuma di un laghetto, e si è poi scoperto essere presente in quasi tutti gli organismi multicellulari, uomo incluso, con un ruolo cruciale nell'invecchiamento e nel cancro. Ora per la prima volta si sono capite struttura e funzioni dell'Rna (la molecola cugina del Dna) nella telomerasi di questo pino Matusalemme, trovando un filo evolutivo che unisce gli organismi unicellulari e gli esseri umani.

Ogni volta che la cellula si divide, il Dna dei telomeri (cioè le strutture che proteggono le estremità dei cromosomi e il loro materiale genetico) si restringe. Questo continuo accorciamento funziona come un "orologio molecolare" che segna il conto alla rovescia per la fine della crescita cellulare.

A bilanciare il "restringimento" dei telomeri c'è la telomerasi, che compensa l'invecchiamento cellulare aggiungendo repliche di Dna sull'estremità del cromosoma, usando come "stampo" il suo Rna. Ma si è visto che mentre l'Rna dell'organismo unicellulare e degli uomini sono molto diversi tra loro, quello della pianta ha caratteristiche comuni con entrambi, cioè è l'anello mancante, che potrà in futuro aiutare a capire come sviluppare terapie anti-cancro e anti-invecchiamento.
 

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