Scienze

In 17 anni salvati 53 milioni di pazienti dalla tubercolosi

(©CER/Ti-Press / Davide Agosta)
31 ottobre 2017
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Dal 2000 si stima che 53 milioni di vite siano state salvate dalla tubercolosi, il cui tasso di mortalità è calato del 37%. Lo segnala l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel Global TB Report 2017.

Nonostante i progressi, nel 2016 questa malattia è stata l’infezione killer al primo posto, nonché la principale causa di morte collegata alla resistenza agli antibiotici e per le persone sieropositive. In molti Paesi, denuncia l’Oms, i progressi si sono fermati. "Anche se l’impegno mondiale è di porre fine all’epidemia di tubercolosi entro il 2030, atti e investimenti non vanno di conseguenza. Serve un approccio dinamico, globale e multisettoriale", sottolinea il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, che si augura che la prima conferenza ministeriale globale sulla tbc, prevista a metà novembre a Mosca e la prima assemblea generale Onu di alto livello sulla tbc nel 2018 possano accelerare gli sforzi.

In base ai dati del rapporto, nel 2016 ci sono stati 10,4 milioni di nuovi casi stimati nel mondo, il 10% dei quali in persone sieropositive. Sette paesi – India, Indonesia, Cina, Filippine, Pakistan, Nigeria e Sud Africa – raccolgono il 64% dei casi. La tbc multiresistente ai farmaci rimane una grave minaccia di salute: l’Oms ha calcolato che ci sono stati 600’000 nuovi casi di resistenza alla rifampicina, il più efficace dei farmaci di prima linea, la metà dei quali in India, Cina e Russia. Infine c’è da segnalare il numero di diagnosi ancora troppo basso: dei 10,4 milioni di nuovi casi, solo 6,3 milioni sono stati rilevati e segnalati ufficialmente nel 2016, con un buco di 4,1 milioni. (ats)

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