Locarno Festival

Regola del risotto o della gran leoparda

Momenti indimenticabili fra vips e consiglieri vari, fra il buffet dei salumi e quello dei vini, mentre c'è chi aggira in agilità la fila per l'agognato risotto

12 agosto 2019
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Di tanto in tanto, per le vie del Pardo capita di intravedere qualche volto noto per la sua frequentazione di aule consiliari di varia natura e metratura: grandi e piccoli consiglieri di diverso cabotaggio; locali, cantonali, nazionali. Sono incontri saltuari, sporadici, miracolosi, come con un felino maculato durante un safari nella tundra. Ci si sofferma a osservarli, vien voglia di fargli una foto ricordo.

Poi, ogni anno, ci son luoghi e momenti topici in cui la loro concentrazione ha una misteriosa impennata, da far venire il dubbio di aver imboccato la prima uscita per la savana. E invece sei alla cerimonia d’apertura: quattro chiacchiere seguite da un corroborante buffet dolce/salato, generosamente innaffiato di prosecco e di biancorossi vini nostrani. Ecco, qui è tutto un florilegio di sorrisi, di ma ciaaao e di vestitini su misura, di chiome appena sfornate dal casco del parrucchiere e di occhiate che saettano all’ingiro.

Quando iniziano i discorsi di rito – il sindaco, il consigliere di Stato e quello federale, il presidente, la direttrice – il volume del microfono costringe anche le chiacchiere più tenaci a sopirsi e le orecchie a tendersi. Ma un occhio non perde di vista la via più diretta per il buffet dei salumi (nostrani), con agilità felina raggiungibile solo da chi è sostenuto da riflessi più che pronti. La politica è questione di fiuto. E in un meritocratico universo animale la corsa al salamino sarebbe un metodo infallibile ai fini dell’assegnazione del proprio consenso a una vecchia volpe.

Finché non compare una giovane neo granleoparda che, con la stessa naturalezza con cui oggigiorno si attraversa il ponte della Maggia, bypassa gli affamati in fila per il risotto e si fa concedere il suo personale bis. La regola del risotto non mente e vorresti aggrapparti alla coda della felina, per lasciarti condurre in un mondo in cui tutto è concesso. Ma con due balzi è già sparita: il peso di un risotto (anzi due) e non sentirlo.

Magia del Festival, lungo vie che menano in una Piazza o a un prosciutto.

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