Figli delle stelle

'Fool', Joe Jackson che (quasi) tutti volevano

Joe Jackson, 'Fool' - ★★★✩✩ - Pur rimpiangendo il precedente 'Fast Forward', essergli contemporanei resta un privilegio

19 aprile 2019
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Mordi e fuggi come non mai, nei soli otto brani di quest’opera che cade nel 40ennale di carriera – e giusto 20 anni dopo l’autobiografia ‘A cure for gravity’ – c’è un’energia retro per tutti i nostalgici di ‘Look sharp’, che attendevano un album così dal 1979. Ai non nostalgici, invece, gratificati anche da tutto il resto (‘Night music’ e ‘Heaven & Hell’ inclusi), poteva pure bastare lo splendido e ricco ‘Fast forward’ (2015), la cui titletrack non vale una sola canzone di ‘Fool’. Ma ‘Fool’ è un album di Joe Jackson ed essergli contemporanei è un privilegio: calmati i pruriti pop-punk di ‘Big black cloud’ e ‘Fabulously absolute’, si ascoltino la notte newyorkese di ‘Strange land’ (notte che in realtà è parigina, ma pare uscita da ‘Night & Day II’) e ‘Friend better’, coda alla Steely Dan da far muovere la testa come il groove di Donald Fagen (senza più Walter Becker) chiama e impone.

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