Tre ricercatori statunitensi e uno francese, ufficializzati oggi a Milano dall’omonima Fondazione italo-svizzera

Tre ricercatori statunitensi e uno francese sono i destinatari del Premio Balzan 2025, annunciati ieri a Milano e assegnati dall’omonima Fondazione italo-svizzera. Sono stati premiati per il loro contributo alla democrazia, all’arte, alla misurazione del tempo e alla terapia genica. Questi i loro nomi: Josiah Ober (Stati Uniti) della Stanford University per Scienze dell’antichità con focus sulla democrazia ateniese rivisitata; Rosalind Krauss (Stati Uniti) della Columbia University per Storia dell’arte contemporanea; Christophe Salomon (Francia) del Laboratoire Kastler Brossel Paris per ’Atomi e misura ultraprecisa del tempo’; Carl H. June (Stati Uniti) della Perelman School of Medicine – University of Pennsylvania per ‘Terapia genica o con cellule geneticamente modificate’.
Josiah Ober è stato premiato “per le sue ricerche pionieristiche ben oltre l’ambito accademico sull’origine e il funzionamento della democrazia ateniese nell’età classica, di cui ha individuato i fattori di successo con un originale approccio interdisciplinare, confrontandola costantemente con il presente e inserendola nel dibattito sociopolitico attuale”. Nell’illustrare la motivazione, il prof. Christopher Riedweg dell’Università di Zurigo ha rilevato un parallelo dello studioso premiato “fra la democrazia palestinese e il pensiero di Antonio Gramsci”, in merito agli “equilibri indispensabili a una democrazia, la negoziazione fra le élite e il popolo, la sollecitazione del pubblico controllo, per arrivare a un corpo di valori condivisi”. Rosalind Krauss ha vinto “per gli eccezionali risultati accademici e per il suo ruolo nell’affermazione dell’arte contemporanea come campo di ricerca". L’illustrazione della motivazione è venuta del prof. Tristan Weddeigen della Biblioteca Hertziana di Roma.
Christophe Salomon è stato premiato “per avere dato un contributo pioneristico, aprendo la strada all’applicazione degli atomi ultra-freddi, alla realizzazione di orologi atomici che hanno rivoluzionato la misura del tempo” (motivazione illustrata dal fisico Massimo Inguscio, ex presidente del Cnr). Carl H. June, infine, “per avere inventato e sviluppato una terapia con cellule geneticamente modificate (cellule Car-T) che ha curato tumori ematologici mortali ed è promettente per il trattamento di malattie autoimmuni e di alcuni tumori solidi. Il suo lavoro ha aperto la strada a un nuovo campo della terapia cellulare e della biologia sintetica con un ampio impatto sulla medicina”. Motivazione illustrata dall’immunologo Alberto Mantovani, che ha sottolineato il ruolo delle cellule ingegnerizzate “che possono diventare potenti farmaci viventi”.
I vincitori dei quattro premi, da consegnarsi a Berna il 14 novembre, riceveranno 750mila franchi, metà dei quali da investire in ricerca.
Il prossimo anno verranno premiati la scienza sociale della tecnologia digitale; gli studi ebraici: i polimeri biodegradabili da fonti rinnovabili; l’evoluzione molecolare: il decodificare schemi ricorrenti di cambiamento genomico. Nel 2026 verrà assegnato anche il Premio speciale per l’umanità, la pace e la fratellanza tra i popoli. Le quattro materie premiande cambiano ogni anno e vengono prescelte nelle due categorie delle lettere, scienze morali e arti e delle scienze fisiche, matematiche, naturali e medicina. La rotazione delle materie consente di privilegiare filoni di ricerca nuovi o emergenti, e di sostenere ambiti di studio importanti, spesso trascurati dagli altri grandi riconoscimenti internazionali. ATS/RED