L’architetto lussemburghese Léon Krier, tra i massimi esponenti del pensiero urbanistico del XX e XXI secolo, figura centrale nella critica al Modernismo architettonico e tra i fondatori del movimento del New Urbanism, è morto a Palma di Maiorca all’età di 79 anni. L’annuncio della scomparsa, avvenuta martedì 17 giugno, è stata confermata da Mallory Baches, presidente del Congress for the New Urbanism. “Gli dobbiamo molto per il suo coraggio intellettuale: ha saputo vedere nella bellezza e nella razionalità delle forme tradizionali una necessità urgente per l’ambiente da costruire”, ha detto.
Nato a Lussemburgo il 7 aprile 1946, Léon Krier dopo gli studi alla Technische Hochschule di Stoccarda (1967-68), si era trasferito nel 1968 a Londra, dove, fino alla metà degli anni Settanta, ha lavorato nello studio di James Stirling, collaborando, in particolare, ai progetti di concorso per la sede della Siemens di Monaco (1969), per il centro civico di Derby (1970) e per l’ampliamento dell’abbazia di Echternach (1970).
Docente alla Architectural Association di Londra (1973-76), al Royal College of Art (1977) e in altre prestigiose università, ha ricoperto inoltre la carica di consigliere del principe di Galles, il futuro Carlo III, per l’architettura e l’urbanistica. Come influente architetto del neourbanesimo e della nuova architettura classica, il suo progetto più conosciuto è quello per il piano regolatore di Poundbury, a Dorchester, nel Dorset, commissionato dal Duchy of Cornwall Development (1985-95), la fondazione all’epoca di Carlo d’Inghilterra. Il piano urbanistico di Poundbury – sviluppato in collaborazione diretta con il principe Carlo – è un esempio concreto di una visione alternativa alla città modernista, fondata su principi di scala umana, forme classiche e mix funzionale.
Fra i molti premi ricevuti quello per l’architettura della Città di Berlino (1975, vinto con il fratello Robert), la Jefferson Memorial Medal (1985) e il Chicago Award dell’American Institute of Architects (1987). Rifiutando polemicamente la dimensione operativa e privilegiando invece l’elaborazione progettuale, Léon Krier è stato, oltre che uno degli esponenti di maggiore spicco della cosiddetta architettura ‘disegnata’ o ’di carta’, la principale figura dell’ala fondamentalista dello storicismo postmoderno. Linea, quest’ultima, radicata nelle ricerche neorazionaliste degli anni Settanta, nell’intelligenza della storia della città europea e delle sue consolidate tipologie, nella critica dell’eredità del Movimento Moderno, nel confronto con la tradizione classicista precedente l’avvento della rivoluzione industriale, nel riesame delle aree meno esplorate della vicenda architettonica del Novecento.