Cinema

Nastri d’argento, dalle donne protagoniste alla Palestina

In un’edizione al femminile, Gaza al centro dei discorsi di alcuni dei premiati. Cinque nastri a Francesca Comencini per ‘Il tempo che ci vuole’

Francesca Comencini
(Keystone)
17 giugno 2025
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“Sono molto contenta perché quest'anno ci sono stati dei film bellissimi o fatti da donne o con dentro tante donne e penso sia questo un valore aggiunto per tutti”. Lo dice Cristina Comencini ricevendo al Maxxi di Roma uno dei due premi alla carriera (l'altro è andato a Marco Tullio Giordana) della 79esima edizione dei Nastri d'argento, assegnati dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici italiani. Un'annata che vede come trionfatrice proprio un'altra Comencini, Francesca, che conquista con ‘Il tempo che ci vuole’ 5 Nastri, tra i quali miglior film, miglior attrice protagonista a Romana Maggiora Vergano (ex aequo con Valeria Golino per ‘Fuori’ di Mario Martone) e miglior attore protagonista a Fabrizio Gifuni. “Bisogna battersi per un contratto collettivo per sceneggiatori, sceneggiatrici, registi e registe” – rimarca Francesca Comencini – è importante che questo mestiere, l'unico di questa categoria che non ha nessuna regola contrattuale, abbia delle regole. Non è una battaglia ideologica ma per consentire l'accesso e la sostenibilità di questo mestiere ai ragazzi e le ragazze”.

È una cineasta a vincere anche il Nastro per il miglior esordio: a Greta Scarano, con ‘Il tempo che ci vuole’, è andato anche il premio per il miglior attore di commedia con Yuri Tuci (ex aequo con Pietro Castellitto per ‘Diva Futura’). “Mentre celebriamo la nostra cultura – dice Scarano, all'ottavo mese di gravidanza – non possiamo dimenticare che a poca distanza da noi si consuma un genocidio, quello del popolo palestinese e siccome i nostri rappresentanti non si degnano di dire una parola, penso sia importante continuare a parlarne”. Un richiamo all'attualità che torna anche nelle parole di Francesco Gheghi, vincitore per ‘Familia’ di Francesco Costabile del Premio Biraghi (andato anche a Celeste della Porta per ‘Parthenope’) per i giovani attori e del premio al cameo dell'anno per ‘Fuori’. “Volevo dedicare il premio a tutti i bambini ai quali per una guerra – dice il 23enne Gheghi – è stata tolta la vita o la possibilità di avere una giovinezza serena”.

Tra i momenti più emozionanti, il premio Nuovo Imaie (andato anche a Ludovica Nasti per ‘La storia del Frank e della Nina’) a Samuele Carrino protagonista da ‘Il ragazzo dei pantaloni rosa’, sulla storia di Andrea Spezzacatena, che si è tolto la vita a 15 anni dopo essere stato vittima di bullismo a scuola. Sul palco con il giovane attore è salita anche Teresa Manes, la mamma di Spezzacatena: “Grazie per aver riportato in vita Andrea e per il valore sociale di questo film. La morte non è niente”. Valeria Golino, miglior attrice protagonista per ‘Fuori’, ha condiviso il palco con Matilda de Angelis – che ha dedicato il premio alle detenute ed ex detenute di Rebibbia – ed Elodie, migliori attrici non protagoniste per il film di Martone. Tra gli altri riconoscimenti della serata, il Nastro per il film dell'anno a ‘Diamanti’ di Ferzan Ozpetek e quello per la miglior commedia a ‘Follemente’ di Paolo Genovese, premiato anche con Pilar Fogliati miglior attrice di commedia.