La cronaca quotidiana oggi ci porta, sul piano internazionale morte guerre crudeltà, sul piano locale meschinità, spesso: ma non a tutti e non dappertutto
Quando la dea Flora, nel periodo più bello dell’anno, torna a farci visita con le sue vesti colorate, portando con sé la speranza di un mondo migliore, noi non ce ne accorgiamo neanche più, tanto il mondo va male. La cronaca quotidiana oggi ci porta, sul piano internazionale morte guerre crudeltà, sul piano locale meschinità, spesso: ma non a tutti e non dappertutto. Per esempio nel paese di Coldrerio, dove ho vissuto per venticinque anni, nei giorni scorsi ha portato allegria, almeno alle bambine e ai bambini della scuola comunale. Allegria e un po’ di felicità, quando una delle maestre un mattino di sole ha varcato la soglia dell’aula e ha proclamato: “Oggi andiamo a caccia di erbe selvatiche forti!”. Allora, i piccoli hanno messo al collo la bandoliera di plastica gialla con il loro nome e sono usciti in corteo per andare a caccia di erbe per le stradette del paese: ogni volta che ne trovavano una, era una festa e scoprivano che l’erba era cresciuta dove c’era un po’ di terra. Solo un po’, a volte pochissima; ma c’era.
Ogni bambina e ogni bambino ha scelto la sua erba forte e ha fatto la sua fotografia. Poi le maestre hanno allestito la mostra, appendendo le foto lungo le scale, nell’atrio, in biblioteca, ognuna con accanto il nome del bambino o della bambina. Si poteva così vedere il Tarassaco di Liyan, la Celidonia di Teo, il Nontiscordardimè di Ginevra, la Falsa ortica di Lia, l’Asplenio di Nicolò e tutte le altre erbe, in una danza che rallegrava: eccola qua la primavera, meglio di quella del Botticelli! E poi in classe tutti si sono messi a scrivere storie e poesie: ‘POESIE SELVATICHE e STORIE SPONTANEE’, come ha scritto una maestra, con lettere danzanti come ninfe, sul volantino intitolato ‘Eventi letterari’, indicati anche gli orari di visita della mostra. E, a me pare, mai come in questo caso l’uso del termine “evento” è giustificato! Vengono in mente i centri d’interesse e la scuola attiva, cose di cui si parlava nel nostro cantone una volta, ai tempi in cui frequentavo la Magistrale.
Ma ecco tre esempi di poesie, inventate dalle scolare e dagli scolari di Coldrerio:
Menta
La menta è fresca
come la neve
sorride quando c’è il sole
come un bambino che festeggia il compleanno.
Malva
La malva è chic
come una modella
che sfila in passerella
indossa un cappello
che sembra un ombrello
rovesciato dal vento.
Dente di leone
Hop hop la terra
fa crescere l'erba.
Hop hop un fiore
che resta per ore.
Hop hop cavallo
mangiati il giallo.
Hop hop per Liyan:
è tua la poesia.
E poi ci sono le definizioni di poesia: che sono venute ai bambini, dice la maestra, “dopo essersi allenati parecchio”. Le trascrivo alla lettera, nella loro freschezza:
“Sono delle parole che messe insieme fanno delle rime.”
“Una macchina fa uscire delle parole da una storia, perché la poesia è fatta di poche parole.”
“Nella poesia quando la ascolti ti viene da fare il ritmo, tipo da ballare.”
“Sembra una canzone senza strumenti.”
“Quando ascolto una poesia magari c’è dentro un pezzo di amore che ti viene da sposarlo. Fa battere il cuore.”
“Dalla macchina delle poesie escono poche parole, ma quelle più importanti.”
“Una poesia fa le avventure, fa coraggio, fa abbraccio.”
“Non sempre escono fatte bene: si ascolta con le orecchie se ci sono le parole importanti che le metti insieme con magia.”
“È tipo una storia senza immagini.”
“Un poeta scrive per ricordarsi dei momenti.”
“Ero felice di fare la poesia che mi sono venute le parole.”
“Lo sai che la poesia si mette dentro tante parole nella macchina poi si gira?”
“Se non viene bene si finisce un altro giorno.”
“Ci vuole tanto tempo a fare una poesia perché devono suonare bene le parole.”
“La poesia quando la ascolti ci regala del tempo, della fantasia, il sorriso.”
... In queste definizioni, deliziosamente naïves, mi sembra ci siano frammenti di verità, che valgono anche per gli adulti. Che cos’è la poesia, infatti, se non composizione di parole armonizzate messe insieme per magia, avventura intellettuale, dichiarazione d’amore per la vita, memoria di momenti particolari, comunicazione non assillata dalla fretta (“se non viene bene, si finisce un altro giorno”...), canzone senza strumenti animata dal ritmo delle sillabe, felicità di dettato riveduto da continui rifacimenti, sorriso che ci aiuta a vivere (e questo sorriso ci ricorda quello del Leopardi, che “allunga di un filo la tela brevissima della nostra vita”), nonostante un mondo dilaniato da disastri ambientali e da macelli umani?