Dal 5 al 7 giugno nella sua casa abituale, il patio di Palazzo Civico. Tra le novità della 29esima edizione, la radio web che diffonderà il festival

Armida Demarta si appropria della campanella della Sala del Consiglio comunale e dichiara aperta la seduta di presentazione di Poestate, “dal 1997, il più piccolo dei grandi festival” o “zona indipendente di resistenza culturale” che dir si voglia. Guardando alla storiografia raccolta nel ‘lenzuolo’ verde che odora di stampa, foglio ufficiale della 29esima edizione, Poestate è un festival tutt’altro che piccolo.
Dal 5 al 7 giugno, il patio di Palazzo Civico in Piazza della Riforma a Lugano torna a essere casa di Poestate, che ha la voce di Jacky Marti nello spot che promuove RadioPoestate, neonata emittente web che per il solo periodo dell’evento coprirà il festival dalle 19 in avanti. “Estival e Poestate sono due format distintivi della nostra città”, commenta il vicesindaco Roberto Badaracco in nome e per conto della Cultura cittadina, che della manifestazione apprezza l’aver sempre voluto spingersi “oltre la poesia, perché un evento incentrato solo su di essa rischierebbe di diventare un po’ pesante”, estendendo l’esperienza a “musica, intrattenimento, divertimento, socialità, momenti emozionali”. Demarta ricorda che Poestate gode dell’ingresso libero, “così che la cultura possa essere al servizio di chiunque, operatori del settore, dell’informazione o gente comune che può non avere idea di chi siano i nostri ospiti, ma accedendo liberamente agli incontri può conoscere proposte, artisti, poeti”. Importante è pure la multidisciplinarità: “Porta da sempre ad avere una rete forte, ricca e inclusiva, nella quale le collaborazioni entrano a volte in sinergia con la programmazione”.
È il caso della Biblioteca cantonale, rappresentata da Stefano Vassere che ne è direttore, venuto a presentare la Matinée di sabato 7 giugno con colazione offerta e in particolare l’evento di apertura del 5 giugno. Andando per ordine. Vassere elogia l’aver “tenuto duro” di Poestate e rimarca la lunga lista di nomi che riempiono il foglio verde (“Manca solo il Papa”). Annuncia – il 7 giugno dalle 10.30 – ‘Riscrivere il Manifesto’, l’incontro con Marco Fantuzzi e la sua riscrittura del manifesto del Partito Comunista italiano, aggiornato ai tempi nostri. In ambiti più specifici di poesia, ‘La parola, le cose, gli ecosistemi’ è l’incontro con Laura Di Corcia e Jonathan Lupi.
Vassere introduce poi l’altro incontro da lui curato, ‘Giovanni Raboni, la voce e la memoria’, tributo al grande poeta italiano morto nel 2004 al quale partecipano le poetesse Patrizia Valduga, compagna di Raboni, e Vivian Lamarque. In collegamento, Marco Travaglio, amico di lunga data della famiglia Raboni Valduga.
Poesia e cinema hanno spesso ‘soggiornato’ a Poestate. Se ne farà carico quest’anno Moira Bubola (Rsi) nell’incontro ‘Il posto dell’orizzonte nel cinema’, alle 20 con Stefano Knuchel, direttore della ‘Factory’ del Locarno Film Festival oltre che regista, giornalista culturale, autore televisivo e molto altro. L’evento è in collaborazione con gli Eventi Letterari Monte Verità e Locarno Film Festival. “La discussione promette di ampliare gli orizzonti”, annuncia Bubola. “L’accostamento cinema-poesia non è immediato, e invece sono amici, hanno percorso strade insieme, creando immagini che restituiscono l’interiorità”. Sempre di giovedì, le letture in ricordo di Franco Beltrametti con Marco Ambrosino, Giona Beltrametti e Pietro Giovannoli, e ‘La verità, vi prego, sulla poesia’, con Davide Monopoli. Alle 21.15, Marko Miladinović e le letture dal ‘Libro massimo di poesia’ (Agenzia X, 2024). ‘Vaffanculo’ è il “manuale pratico di utilizzo quotidiano per chi pensa di non averne bisogno o non esserci mai andato”, parole del filmmaker italo-svizzero Mirko Aretini, a Poestate con Silvano Repetto. Prima delle dieci di sera, l’omaggio in musica al poeta beat Gianni Milano (1938-2025), portato da Alessandro Manca e Massimiliano Milesi (sax).
Il 6 giugno alle 19, ‘Nuove voci, nuovi versi’, una collaborazione con i giovani del pretirocinio di integrazione, offerta formativa dell’Istituto della transizione e del sostegno del Decs rivolta a giovani non italofoni tra i 15 e i 25 anni che hanno necessità di apprendere o migliorare la lingua italiana e inserirsi dal punto di vista sociale e culturale. All’interno di questa iniziativa, riassunta per Poestate da Chiara Orelli Vassere, direttrice del suddetto Istituto, alcuni allievi sono stati invitati a creare una poesia o testo poetico nella lingua d’origine o del Paese di provenienza. “Sarà interessante”, dice Stella N’Djoku, poetessa svizzera di origini italo-congolesi. “Incontrerò i ragazzi la prossima settimana e poi prima del festival, per tradurre insieme. Sarà l’occasione per imparare in modo diretto la loro tradizione poetica”.
Dopo l’omaggio a Mario Luzi (1914-2005), affidato a Marco Pelliccioli (evento in collaborazione con la Casa della Poesia di Milano), e dopo la presentazione di RadioPoestate, il festival apre quattro finestre su quattro voci della poesia: Andrea Ravani, Marina Salzmann, Sara Sermini con Elena Gargaglia e Paola Grandi. Dopo le 21, l’omaggio musicale a Marc Chagall, poeta oltre che pittore, affidato al NefEsh Trio di Daniele Davide Parziani (violino), Manuel Buda (chitarra) e Davide Tedesco (contrabbasso).
Detto della Matinée, sabato 7 giugno Poestate ritrova un altro degli amici del festival, Aldo Nove, nel dialogo tra poeti sul tema ‘La poesia fa malissimo – Inabissarsi’. L’altro poeta è Silvio Raffo, che presenta il libro ‘L’estasi insicura’. Gran finale dalle sonorità jazz con il tributo a Riccardo Garzoni (1954-2005). Chi meglio di Jacky Marti può parlare del pianista, più volte a Estival. Della musica si occuperanno Mario Rusca (pianoforte), Riccardo Fioravanti (contrabbasso) e Guido Parini (batteria).
“Poestatiani saluti a tutti”, dice Demarta. Tutto il resto è su www.poestate.ch.