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‘Celeste’ e la memoria dei figli nascosti degli stagionali

A Paradiso un fumetto e una mostra ripercorrono la triste storia dei ‘bambini invisibili’, fra memoria del passato e memento per il presente

Una delle tavole del fumetto
(C.Bozzoli/P.Bortune)
15 marzo 2025
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Bambini nascosti, infanzie clandestine, recluse fra quattro mura domestiche sotto l’incubo di un controllo di polizia o di una delazione dei vicini, in silenzio per non far rumore e rivelare la propria presenza. È la triste realtà quotidianamente vissuta per anni da circa 50’000 bambini, figli e figlie dei lavoratori stagionali in Svizzera, dal 1931 al 2002, anno dell’abolizione dello statuto A.

Bambini invisibili, impossibilitati ad andare a scuola, a giocare con gli amici, a vivere un’infanzia normale, giunti nella Confederazione di nascosto, chiusi nel buio di un baule e inchiodati alla clandestinità per poter vivere insieme ai genitori.

Bambini come Celeste, la protagonista del fumetto ‘Celeste - La bambina nascosta’ scritto da Pierdomenico Bortune e illustrato da Cecilia Bozzoli a cui, in occasione della Settimana cantonale contro il razzismo 2025, è dedicata una mostra in programma da oggi al 30 marzo nella Sala Multiuso del Parco Guidino, a Paradiso, e organizzata dal Centro per la prevenzione delle discriminazioni, in collaborazione con Amnesty International, Fondazione Diritti Umani Lugano, Frasi, Lugano Cinema 93 e Studio It’s.

Storie di vita condensate nell’esposizione che comprende 18 pezzi fra tavole, ingrandimenti e disegni originali del fumetto: uno sguardo su una pagina cupa della storia svizzera, segnata dall’iniziativa promossa da James Schwarzenbach contro “l’inforestierimento” che proponeva la riduzione del numero di stranieri in Svizzera a un tetto massimo del 10% della popolazione.

Iniziativa che suscitò un acceso dibattito e nel giugno del 1970 fu bocciata dal 54% dei votanti.

Alle tavole del fumetto si affianca una selezione di fotografie e testimonianze audio tratte dal progetto di arte urbana Welcome, un abbraccio contro il razzismo (2017), curato da Ricardo Torres e realizzato dall’associazione REC.

«L’idea della mostra – spiega Mariaelena Biliato, del Centro prevenzione discriminazioni –nasce dal fatto che il fumetto, nella sua versione in italiano, non era ancora stato presentato in un evento pubblico, come è invece accaduto 3 anni fa nella Svizzera francese dove il Comites (Comitato degli italiani all’estero, ndr) locale ha organizzato una mostra. Un concetto che abbiamo ripreso in quanto la nostra associazione, che fa capo alle Acli svizzere, ha come sua vocazione anche quella di mantenere la memoria di questa storia, che è comunque abbastanza recente dato che lo statuto di stagionale è stato abolito nel 2002».

Il passato che si riflette nel presente

Una storia che è del passato, ma si riflette in modo importante sul presente: «Il focus della storia di Celeste è posto sui diritti dell’infanzia, i figli dei lavoratori stranieri che allora vivevano in clandestinità e oggi sono adulti: molti di loro ora sono diventati svizzeri, si sono integrati nella nostra società anche se il loro percorso è iniziato in modo estremamente complicato e doloroso. Oggi lo statuto di stagionale è stato abolito e tante cose sono cambiate, ma molti bambini oggi continuano a essere soggetti a volte a discriminazioni come i figli degli stagionali».

La storia dei bambini nascosti, tuttavia, non è legata soltanto ai movimenti anti-stranieri culminati nell’iniziativa Schwarzenbach, ma ha un lato della medaglia fatto di speranza e accoglienza: «C’erano anche tante persone che esprimevano grande solidarietà nei confronti di queste famiglie, un’attenzione che la società ha sempre avuto verso situazioni di emarginazione. E questo accade anche oggi, a ricordarci che non siamo soli ad attivarci in favore di una società più coesa e più inclusiva».

Cambiano le persone, restano le discriminazioni

Un tema di stretta attualità, quello dell’infanzia nel contesto dei fenomeni migratori nel corso degli ultimi decenni, a cui, peraltro, è dedicato l’ultimo numero della rivista della Commissione federale della migrazione.

«L’iniziativa è un modo per tematizzare il fatto che le discriminazioni sono qualcosa di quotidiano – afferma Sarah Rusconi, di Amnesty International –: semplicemente, dall’epoca degli stagionali, sono cambiate le persone che vengono discriminate, e che sono spesso innocenti. Se un tempo le persone oggetto di discriminazione, pur provenendo da altri Paesi, in un certo senso ci “assomigliavano” di più, condividendo anche la nostra religione, oggi si sono diffusi timori legati al non conoscere, o all’avere paura di conoscere quella che sembra una grande diversità, che in un certo senso oggi “si vede” di più. Si trova sempre un motivo per aver paura, che si tratti della religione o del colore della pelle: una paura che spesso viene fomentata anche da interessi politici e non certo nell’interesse della popolazione, che dal confronto con l’Altro, con la diversità, ha sempre qualcosa da imparare».

La mostra sarà arricchita dalle impressioni e dai ricordi dei visitatori, che potranno essere trascritti su appositi supporti ed esposti insieme alle tavole, creando così un’opera collettiva.

Contestualmente all’esposizione, il 22 marzo alle 20.30 nella Sala Multiuso di Via delle Scuole a Paradiso si terrà la serata ‘Crescere da invisibili - Il trauma dell’esclusione ieri e oggi’, con la presentazione del fumetto da parte degli autori, l’intervento della psicoterapeuta e psicologa Marina Frigerio che tratterà delle conseguenze psico-sociali dell’esperienza di esclusione ed emarginazione sui bambini nascosti e la società, e infine la testimonianza di Egidio Stigliano, neuro pedagogo e console onorario d’Italia in Liechtenstein che racconterà la sua storia di bambino nascosto in Svizzera.