laR+ Culture

Viaggio in un Paese asservito all’economia

Il bellinzonese Raphaël Scacchi ci conduce in un futuro distopico ispirato alla nostra realtà, fatto di parlamentari industriali e una regione sacrificata

Si tratta del secondo romanzo dell’autore, dopo ‘Arancione vendemmia’
(Armando Dadò Editore)
25 febbraio 2025
|

“Qui funziona così: se una cosa rende, bene, altrimenti non la si fa. Semplice”. È una frase che a Elio, protagonista di ‘Progetto Edelland’ – secondo libro del bellinzonese Raphaël Scacchi (Armando Dadò Editore, 2024) –, continua a vorticare in testa durante il suo soggiorno nell’enigmatico Paese in cui è arrivato per scrivere una serie di reportage da pubblicare sul mensile di approfondimento per cui lavora. Non gli risulta difficile scoprire il segreto che consente a quello Stato di mantenersi ricco, prosperoso e con una disoccupazione praticamente pari a zero, anche perché un segreto non è affatto: quella frase sentita pronunciare da un tassista poco dopo il suo atterraggio a Edelland sintetizza alla perfezione l’equazione con cui viene determinato ogni aspetto della vita laggiù. Ne parliamo con l’autore.

Lo scenario in cui ci immerge il romanzo, che inizia a prendere una forma distopica in un ipotetico futuro post-pandemia, parte dall’osservazione di una realtà molto vicina.

Sì, il modello di riferimento è evidentemente quello svizzero. Ho però deciso di non esplicitarlo, così da garantirmi una certa libertà nella caratterizzazione delle ambientazioni e dei vari luoghi in cui si svolge la storia. Mi sono quindi immaginato Edelland come un Paese in cui, nel periodo successivo alla pandemia di Covid, i dettami economici sono diventati ancora più preminenti, fino a plasmare ogni ambito della società. Questo scenario trae origine dall’estremizzazione dei vari discorsi improntati su valutazioni meramente contabili che sempre più dominano la nostra scena politica. E in tal senso il periodo pandemico è stato emblematico perché, oltre naturalmente alle questioni sanitarie, ha messo in luce le difficoltà di un sistema economico che non può fermarsi. Ecco come mai a Edelland si fa di tutto per favorire la produzione e il commercio, abolendo ad esempio i treni passeggeri per lasciare in circolazione solo quelli merci, tenendo sempre aperti i negozi, riorganizzando il sistema sanitario e scolastico in base alle esigenze delle aziende e così via. Insomma, ho pescato varie caratteristiche della realtà che ci circonda prendendomi poi la licenza di distorcerle per immaginare come potrebbe essere un Paese in cui ogni aspetto è regolato da dettami utilitaristici.

Il protagonista si accorge ben presto che perfino il potere politico è completamente asservito all’economia, con un parlamento composto da industriali e la distribuzione dei seggi basata su un punteggio attribuito alle aziende. E tutto questo col consenso della popolazione.

Esatto, mi sono figurato una transizione non violenta, che avviene completamente all’interno del quadro istituzionale. Il Progetto Edelland è stato portato avanti da Tristan Morgenrot, colui che diventerà in seguito il presidente del Paese e che riformerà il sistema legislativo in tale direzione. Ma la domanda è: a che prezzo si vive in un posto del genere? In Svizzera osserviamo che nonostante un elevato Pil pro capite e un’innovazione considerata tra le più avanzate e competitive al mondo, le disparità aumentano. Ovviamente anche a Edelland c’è il rovescio della medaglia di questo continuo progresso economico, e Morgenrot lo sa. Sa in particolare che non è possibile crescere all’infinito e dichiara senza tanti giri di parole che il suo obiettivo è semplicemente quello di fallire dopo tutti gli altri.

Un rovescio della medaglia che lascia indietro non solo le persone ma anche alcune parti del territorio. Come la zona più meridionale di Edelland, una piccola area a forma triangolare di nome Citino spietatamente abbandonata a se stessa e in cui viene meno pure un senso comunitario. Anche questo suona molto familiare e ricorda il tema affrontato nel primo romanzo ‘Arancione vendemmia’.

Il parallelismo è chiaramente con il nostro cantone. Citino non riesce a stare al ritmo col resto del Paese e quindi viene consapevolmente lasciato indietro. Serve come porta di entrata per chi vuole accedere alle regioni più prosperose e come snodo per il traffico merci, ma per tutto il resto è sacrificato. Anche ‘Arancione vendemmia’ era nato dall’osservazione di quanto sta avvenendo nei nostri dintorni. Ma se lì sotto la lente c’erano i cosiddetti paesini, nel caso di Edelland la vittima delle logiche di massimo profitto è un’intera regione. Anche questo tipo di effetti viene accettato da chi comanda, in quanto ritenuti inevitabili per garantire che il resto del Paese possa prosperare.

Più conosce Edelland, più Elio si convince che in fin dei conti questo sistema non è molto differente da quello da cui proviene, è solo privo di un velo di nebulosa ipocrisia.

Questo è un punto cruciale. Il presidente Morgenrot, visto che le cose vanno in modo analogo ovunque, ha deciso di adattarsi e spingere al massimo sulle tendenze economicistiche in maniera trasparente. Avere una società equa o formare dei cittadini a 360 grandi non è l’obiettivo, e non si finge nemmeno che lo sia. Ai nuovi parlamentari interessano solo i tornaconti economici delle politiche che portano avanti. Elio proviene da un Paese che funziona praticamente allo stesso modo, se non per il fatto che il meccanismo viene tenuto nascosto e che esistono ancora alcune persone convinte che per mandare avanti la società ci siano comunque altre cose importanti oltre al profitto.

Si tratta di un monito per avvertirci che ci stiamo pericolosamente dirigendo verso un sistema come quello di Edelland?

Credo in effetti che siamo già ben instradati verso Edelland. Personalmente concepisco lo scrivere libri e in generale la letteratura come qualcosa che possa mettere in discussione certe dinamiche dell’esistente. In questo caso ho cercato di dare forma a una storia estremizzata costruita su delle basi di realtà che, senza la pretesa di essere un saggio di economia, propone una griglia di lettura per interpretare sotto una luce diversa quanto sta succedendo intorno a noi. Per me un libro è riuscito se lascia un sedimento da cui si producono delle riflessioni, spero dunque che ciò sia il caso anche per Progetto Edelland.